Bere, mangiare e dormire sul Garda bresciano: dal bistrot, all’agriturismo di design, ai cinque stelle lusso
di Marco Colognese
La sponda bresciana del lago di Garda e i suoi dintorni sono una miniera di bellezze eterogenee, tra i deliziosi piccoli centri che ne punteggiano la costa, l’eleganza di grandi ville nascoste ai piedi dell’acqua e un entroterra ricco di vigne e uliveti per i quali l’alta qualità è garantita anche dal clima submediterraneo, tendenzialmente mite. Questo perché l’acqua del lago, più fredda dell’aria nel periodo estivo e più calda in inverno, mitiga gli estremi rendendo l’atmosfera temperata tutto l’anno. Ecco perché, aperture permettendo, vale sempre la pena organizzarsi per passare qualche giorno sul Benaco. Vi suggeriamo qui qualche cantina interessante e luoghi dove mangiare e dormire con soddisfazione.
Cà Maiol
L’area della Valtènesi, popolata di luoghi del vino di notevole valore, estesa tra Desenzano del Garda e Salò, arriva a coprire quasi interamente la sponda bresciana del lago. Cà Maiol, fondata dal milanese Walter Contato nel 1967 e ora di proprietà del gruppo Santa Margherita, è una di quelle aziende che diede vita al Consorzio Tutela Lugana DOC. Centodieci ettari vitati, Cà Maiol ha sede in un edificio del 1710: da qui si può partire per visite guidate e degustazioni, oltre che per acquistare i vini, tra i quali il Lugana Fabio Contato, dedicato al primogenito del fondatore. Dalle viti più vecchie di diversi vigneti con basse rese e uve raccolte a mano, matura in barrique e tonneaux di rovere francese per più di un anno e ancora per almeno sei mesi in bottiglia. Complesso e ampio, profuma di agrumi e frutta a polpa gialla e regala eleganti note speziate. Avvolgente e sapido in bocca, è allo stesso tempo un vino di grande freschezza.
Da conoscere anche Sincette, il cui nome deriva dai capitelli votivi in dialetto bresciano, azienda vinicola biodinamica certificata Demeter che nel 2014 inizia a collaborare con l’enologo Luca D’Attoma. Si sviluppa su trentacinque ettari di superficie complessiva, di cui undici a vigneto e cinque a oliveto e il restante a seminativo a rotazione di erba medica, frumento e orzo. Qui si producono soltanto uve a bacca rossa come Groppello Gentile, Marzemino, Barbera, Merlot, Cabernet Sauvignon e Cabernet Franc. È molto buono Le Zalte, taglio bordolese che rappresenta il vertice qualitativo della produzione, ma va assaggiato il Groppello Valtènesi DOC, di grande schiettezza e dal bel colore rosso rubino con le sue note di frutti di bosco e sentori di rosa e viola, con una piacevolissima acidità che ne bilancia la morbidezza. Dopo otto/dieci giorni di macerazione il vino viene separato dalle bucce e travasato in anfora per terminare lentamente la fermentazione in modo lento e poi affinare fino a quattro mesi prima di andare in bottiglia.
Montonale
Bellissime espressioni del territorio di Lugana arrivano da Montonale, cantina che nasce da una tradizione contadina di famiglia degli inizi del novecento, si perde e si ritrova nei primi anni duemila grazie a due nuovi ettari di vigna e a Roberto Girelli che segue la sua prima vendemmia nel 2002 ad appena vent’anni. Il primo Lugana dei fratelli Girelli (ci sono anche Claudio e Valentino) nasce dal raccolto del 2004 e l’anno dopo vengono piantati altri cinque ettari di vigneti, tra Turbiana e altre varietà a bacca rossa. Ora le vigne dell’azienda sono estese per trentacinque ettari su terreno argilloso, ricco di scheletro e calcare che consentono di ottenere uve con il potenziale adatto a vini di notevole eleganza. La cantina, completamente autonoma dal punto di vista energetico grazie a un impianto fotovoltaico è costruita con pareti in paglia di riso, materiale particolarmente stabile e traspirante. Da provare il Lugana Orestilla, dal vigneto di due ettari che ha preso questo nome perché nel XVII Secolo vi fu ritrovata un’arca marmorea dedicata alla matrona romana Orestilla. È un vino importante e di grande longevità. Dalla frazione di mosto fiore ottenuto da pressatura soffice, illimpidito per decantazione e fatto fermentare per una decina di giorni in vasche d’acciaio a temperatura controllata, matura per otto mesi sulle fecce nobili con bâtonnage costanti per proseguire l’affinamento in bottiglia per almeno 10 mesi. Al naso è un’esplosione di agrumi e frutta gialla, in bocca è molto fresco, di bella complessità, minerale e sapido.
Mos, foto crediti Stefano Butturini
C’è una importante concentrazione di luoghi gastronomici, su questa sponda del lago di Garda.
Da non perdere Mos a Desenzano, il ristorante di un giovane di grande talento come Stefano Zanini, il quale sa maneggiare come pochi le materie prime di questo territorio e del suo lago trasformandole in piatti belli da vedere e buonissimi da mangiare come l’intensa amatriciana di selvaggina con ragù crudo e toma di miniera. Anche la cantina è assortita a dovere.
Moscatello & Muliner
Un altro talento poco più che trentenne è quello di Andrea Zanin, origini trevigiane e blasonate esperienze internazionali, il quale ora si prende cura della cucina di Moscatello & Muliner, creatura di Lorenzo Bernardini, eclettico patron che nella vita si è occupato di architettura, pittura e cucina. Si tratta di un elegante agriturismo moderno ovvero di un design agri relais con una quindicina di camere molto belle a Pozzolengo in località Moscatello. Il ristorante fine dining, con le sue ampie vetrate sulle colline e un’offerta enologica di tutto rispetto con centocinquanta referenze, è aperto al pubblico esterno. Tra i piatti il divertente ‘green-tosi’: consistenze di vegetali, sorbetto al sedano, dressing al rafano e pistacchi.
QB Duepuntozero
A Salò vale la pena fermarsi sul lungolago da QB Duepuntozero a trovare Alberto Bertani e Irene Agliardi, il primo cuoco di solida esperienza che ama giocare (mai oltre il dovuto) con idee creative e sapori come nel caso dei ravioli di pasta fresca ripieni di pollo arrosto con popcorn di pelle croccante, patate e polvere di rosmarino. La seconda, sua moglie, è una abile sommelier che saprà trovare il miglior abbinamento enologico da una cantina molto ben assortita con le sue duecento etichette: una bella esperienza è garantita.
Felter alle Rose
Allo stesso modo, nel centro della cittadina, in quella che è stata una storica trattoria, si trova il nuovo locale del bravissimo Matteo Felter, ovvero Felter alle Rose, il quale insieme alla sorella Ottavia, che si occupa di una carta dei vini ben concepita e per nulla scontata, allieta sorridente gli ospiti con piatti ispirati alla tradizione e supportati dalla grande tecnica maturata nella sua lunga militanza ai fornelli in giro per l’Italia. Molto riusciti, in particolare, i gustosi bigoli con le sarde di lago, capperi e finocchietto.
Grand Hotel Fasano
Se trovare posto a Gardone Riviera al Lido 84 dai fratelli Camanini, splendido contesto e cucina che vale la settima posizione al mondo della classifica 50 Best Restaurants, è una discreta utopia (ma provateci che ne vale la pena), qualche centinaio di metri più sotto c’è il meraviglioso Grand Hotel Fasano dove si può dormire a cifre più che ragionevoli per un cinque stelle lusso oppure anche soltanto godere di un aperitivo con vista sulla terrazza, anche questa stupenda, preparato dalle abili mani di un grande bartender ed esperto di gin come Rama Redzepi. Non da meno la cucina dei due ristoranti principali, anch’essi aperti al pubblico esterno, governati da Maurizio Bufi che si prende cura dell’elegantissimo Il Fagiano e da Pasquale Tozzi alla guida de Il Pescatore: da un lato cucina fine dining e piatti di alta creatività, dall’altro una cucina più classica e rassicurante. In comune l’altissima qualità delle materie prime, un’accoglienza con i fiocchi e carte dei vini all’altezza del contesto. Tra le proposte, gli eccellenti ravioli di patata affumicata con sedano rapa e storione di Tozzi e per quel che riguarda Bufi la cartellata di luccio, capperi olive e limone, riuscitissima rivisitazione del tipico dolce della sua terra, la Puglia, in chiave salata con una contaminazione lacustre.
Grand Hotel a Villa Feltrinelli
Per i pochi fortunati che si possono permettere le cifre a tre zeri di una sosta al Grand Hotel a Villa Feltrinelli – peraltro indimenticabile, data esclusività e incredibile bellezza di questo luogo – qui si trovano anche – e sempre a prezzi in linea con il lusso assoluto di un luogo unico – cucina e piatti ad alto tasso tecnico e creativo di uno dei più grandi talenti della cucina italiana come il marchigiano Stefano Baiocco, due strameritate stelle Michelin e spirito creativo finissimo. Un piatto? Zucca candita, pralinato di semi di zucca, tartufo e gelato al porcino, completato da uno jus di zucca fermentata a chiudere un dessert fuori dal comune.
Casa l’Andrunèl
Una sistemazione accessibile, elegante e molto suggestiva si può trovare salendo a Limone sul Garda a Casa l’Andrunèl, poche confortevoli stanze in un edificio del XVIII secolo tra i vicoli della cittadina e a due passi dal lago. Non solo, perché sotto la stessa insegna la famiglia Risatti ha voluto anche un piccolo ristorante-bistrot gourmet, dove in un ambiente caldo e accogliente Alessandro Pilatti propone la sua cucina che guarda alla tradizione con intelligenza, riproponendola in modo moderno ma senza stravolgerne l’essenza, come nel caso dell’ottimo luccio mantecato e servito con spuma del suo latte e chips di pasta fillo. Bella cantina, con oltre trecento etichette da tutto il mondo.
Eala, foto crediti Gesia
Modernissima e altrettanto elegante, con tutte le stanze che guardano il lago, così come i luminosi spazi dedicati alla ristorazione, è la struttura dedicata a Eala, hotel a cinque stelle che ospita Senso. Si tratta del fine dining che ha come chef il trentino Alfio Ghezzi, cuoco di grande caratura e forte di un’inconfondibile finezza espressiva e dell’uso sapiente delle materie prime locali. A eseguire i suoi piatti, come gli eccellenti spaghetti limone e alloro, il bravissimo Akio Fujita, resident di alto rango. Non manca un bistrot con proposte più semplici; anche qui a Eala la cantina è considerevole.
Foto copertina Grand Hotel Fasano, il Fagiano