Si avvicina la magica notte degli Oscar e noi ci siamo divertiti a giocare con alcune delle categorie in gara, eleggendo un vino vincitore per ciascuna di esse. Per farlo al meglio, ci siamo fatti aiutare da Andrea Menichetti del Ristorante Caino di Montemerano, due stelle Michelin.
di Maddalena Peruzzi
È già passato un anno dal fattaccio tra Will Smith e Chris Rock. Uno schiaffone da Oscar, è il caso di dirlo, ma in senso negativo. Manca pochissimo alla 95esima edizione degli Academy Awards, meglio noti a noi italiani come “notte degli Oscar”: in effetti, a causa del fuso orario, si svolgono quando da noi è notte fonda. La cerimonia, condotta da Jimmy Kimmel, andrà in scena domenica 12 marzo, come da tradizione al Dolby Theatre di Los Angeles. Tra polemiche, pronostici, look favolosi sul red carpet e agguerrite superstar a contendersi la statuetta, gli Academy sono un evento molto atteso e sentito, non solo dagli appassionati di cinema…
Per gli amanti del buon vino, ecco una selezione di “vini da Oscar”.
“Sarò abbastanza campanilista oggi, lo ammetto – premette Andrea Menichetti – ma mi piace portarvi nella mia terra”.
MIGLIOR FILM – VINO
Madonna delle Grazie Brunello di Montalcino 2018, Il Marroneto azienda agricola
“È il mio vino da Oscar 2023. Una delle bottiglie più prestigiose di Montalcino, un Brunello classico, sicuramente il migliore che ho assaggiato. Racchiude e rappresenta perfettamente la denominazione. Bello, potente, elegante. Le uve 100% Sangiovese provengono tutte da una vigna storica situata a 400 metri di altitudine, in una posizione davvero perfetta. Il vigneto si trova vicino alla chiesetta della Madonna delle Grazie, da cui il vino prende il nome. La famiglia Mori inizia a produrre il suo Brunello quasi per gioco negli anni Settanta in un antico essiccatoio per marroni, ovvero castagne, da cui deriva il nome. È Alessandro, negli anni Novanta, a decidere di trasformare questo gioco in una professione e ora anche il figlio Jacopo segue le sue orme. Oggi il Marroneto è tra le cantine più importanti e rinomate di Montalcino.
In abbinamento consiglio il piccione secondo la ricetta di mia mamma (Valeria Piccini, chef due stelle Michelin del Ristorante Caino, ndr)”.
MIGLIOR REGIA
Brunello di Montalcino 2018, Azienda agricola Pietroso
“Ho scelto questo Brunello perché è un vino eccezionale, potente eppure elegantissimo. Naso molto caratteristico con sentori di ciliegia e violetta. Sorso equilibrato e persistente. Se conservato bene può durare molto a lungo. Secondo me, per ottenere un vino così buono, così ben fatto, da un’annata come la 2018 serve davvero una grande regia. È una bottiglia onesta, in tutti i sensi. Primo perché rispecchia benissimo Montalcino, la zona di produzione. Secondo perché è onesta anche nel prezzo.
È un’azienda piccola, con pochi ettari, a conduzione familiare. Si trova proprio a ridosso del centro storico di Montalcino e prende il nome dalla contrada El Petroso. Nata negli anni Settanta per volontà di Domenico Berni, oggi è in mano al nipote Gianni Pignattai, che la porta avanti con l’aiuto dell’enologo Alex Dondi e dell’agronomo Federico Becarelli.
Un ottimo abbinamento per questo vino è un agnello grigliato, con puntarelle e mandarini cinesi”.
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Brunello di Montalcino 2018, Salvioni
“Questo vino è una star ed è fatto da uno dei più grandi enologi italiani, Attilio Pagli. Ne vengono prodotte circa diecimila bottiglie ed è ricercatissimo. Una perla nera della denominazione. Eleganza allo stato puro, tannini vellutati, bella persistenza. I particolari terreni da cui nasce, l’altitudine e l’esposizione conferiscono al vino i suoi particolari sentori di sottobosco, frutti rossi e ciliegia. Salvioni è una cantina storica di Montalcino, un’azienda familiare, una tradizione tramandata di generazione in generazione, dal nonno Umberto, al figlio Giulio e ora ai suoi figli David e Alessia.
Consiglio questo Brunello con delle pappardelle sulla lepre (dalle nostre parti si dice proprio sulla lepre”).
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Poggio del Crine Pinot Nero 2018, Azienda agricola Montauto
“Scendo in Maremma e scelgo questo Pinot Nero 2018. Miglior attore non protagonista perché è un outsider, non è un vino famoso, non ancora. La prima vendemmia è stata la 2016 e ne vengono prodotte solo ottocento bottiglie l’anno. Pensa, un Pinot Nero nel sud della Toscana! Ma ti assicuro che fa invidia alla Borgogna. L’azienda nasce nel 2001 grazie a Riccardo Lepri che, dopo la laurea in economia, decide di far ritorno alla campagna, imparando il mestiere da suo nonno Enos. L’azienda gode di un terroir particolarissimo, i terreni, prevalentemente argillosi e ricchi di quarzi, si trovano a 200 metri di altitudine e a dieci chilometri dalla costa: un microclima perfetto per la crescita di questa varietà, con forti escursioni termiche tra giorno e notte.
Quando servo questo Pinot Nero alle persone, non ci credono. È sorprendente già dal colore, così leggero, con delle trasparenze stupende. Il naso è intenso, con piacevoli sfumature balsamiche, speziate e di frutti rossi. Sorso ricco con una buona persistenza e tannini delicati.
Lo abbinerei con dei bottoni cremosi di patate con tartufo nero e nocciole”.
MIGLIOR FILM STRANIERO
Dom Pérignon 2013
“Il vino straniero da Oscar non poteva che essere lui. È il mio Champagne, non ce n’è per nessuno. Sono un fan sfegatato. Penso che sia magico, ma non in senso metaforico. È davvero incredibile che un’azienda come la Moët & Chandon produca milioni e milioni di bottiglie di Dom Pérignon ogni anno e abbiano tutte una qualità superiore alla media. Dire chapeau non basta.
Abbinamento? Religiosamente da solo”.
MIGLIORE SCENOGRAFIA
Sorì Ginestra Barolo 2019, Conterno-Fantino.
“Esco nuovamente dalla mia Regione per andare in un territorio vinicolo unico: il Piemonte. Azienda di Monforte D’Alba, fondata nel 1982 da Claudio Conterno e Guido Fantino, coltiva oggi 27 ettari di vigneto. Sorì Ginestra è il nome della vigna da cui questo vino prende origine: 100% Nebbiolo. Nonostante il Barolo sia estremamente blasonato anche a livello mondiale, questo vino ha un prezzo onesto. Si tratta di un Barolo straordinario, tecnicamente perfetto, da bere subito, ma anche estremamente longevo. Personalmente, ho in cantina bottiglie di quarant’anni ancora stupende. Sorso intenso, nobile, in cui si ritrovano le note caratteristiche del Barolo, con sentori di liquirizia e cuoio, dopo qualche anno. Acidità e struttura perfettamente bilanciate. Uso intelligente del legno, per cui i tannini non compromettono mai l’equilibrio del vino, nemmeno in giovane età.
Abbinamento? Bistecca alla fiorentina, così torniamo in Toscana”.
MIGLIORI COSTUMI
Le Pergole torte, Montevertine
“Per i migliori costumi ho scelto Le Pergole Torte perché per questa etichetta nutro proprio un amore. Dal 1982 ogni annata presenta un disegno diverso dell’artista emiliano Alberto Manfredi che raffigura in maniera astratta un volto femminile. Un vino iconico, di grande fama, letteralmente da collezione. Prodotto per la prima volta nell’annata 1977, è stato il primo Sangiovese in purezza vinificato nella zona di Radda in Chianti. Un grande Sangiovese, considerato uno dei tre migliori vini toscani. Bellissima acidità, risulta già fruibile nell’anno di uscita, ma ha una grande predisposizione all’invecchiamento.
Perfetto con una bella selezione di formaggi, non erborinati”.