Nel cuore del Roero la 2a edizione della manifestazione dedicata alla Doc Piemontese: degustazioni, masterclass e nuove prospettive in un’ottica sempre più referenziale
Di Daniele Alessandrini
Nel Palazzo Re Rebaudengo di Guarene in provincia di Cuneo, luogo d’arte per una volta prestato all’enologia, si è svolta a fine marzo la seconda edizione de “La Primavera del Castellinaldo”, organizzata dalla locale Associazione Vinaioli in collaborazione con l’agenzia iShock di Asti per degustare la Barbera d’Alba Doc sottozona Castellinaldo.
La collocazione geografica è quella del Roero orientale, con 21 aziende che compongono il sodalizio: Allerino Giovanni, Baudevin di Volatino Marco, Cerrato Fabio, Cravanzola, Ferrero Michele, Fratelli Massucco, Margherita di Allerino f.lli, Selezione Teo Costa, Vecchio, Vielmin di Gili Ivan, Bric Cenciurio, Cantina del Nebbiolo, Cascina Chicco, Cascina del Pozzo, Cascina Goregn, Cascina Torniero, La Granera, Marchisio Family Organic Estate, Marchisio Tonino, Cantina Marsaglia e Morra Stefanino.
Due giorni di eventi e tre masterclass condotte dal giornalista barbareschese Giancarlo Montaldo, che con le sue consulenze accompagna l’attività dei Vinaioli sin dalla nascita dell’associazione nel 10922, molto prima dell’ottenimento della Doc nel 2021.
Se l’areale della Barbera d’Alba Doc riguarda 54 Comuni quasi tutti alla destra orografica del Tanaro, quello della sottozona Doc Castellinaldo è caratterizzato da una più recente formazione geologica e terreni più ricchi e compositi, e comprende 7 Comuni alla sua sinistra: Castellinaldo in toto e parti di Vezza d’Alba, Canale, Priocca, Magliano Alfieri, Castagnito e Guarene.
Il Comune di Castellinaldo nel 1997 autorizzò l’indicazione in etichetta della sottozona Castellinaldo e nel 2016 l’attività dei Vinaioli riprese vigore grazie al supporto del Consorzio Tutela Barolo Barbaresco Alba Langhe e Dogliani, che esortò l’associazione a richiedere la denominazione ufficiale. In attesa della Doc, nacque un nuovo regolamento e la zona di produzione si ampliò interessando il territorio degli altri Comuni indicati.
Oggi, il disciplinare prevede l’utilizzo minimo di uva Barbera all’85% (il resto può essere Nebbiolo), 14 mesi di maturazione, di cui minimo 6 in legno, e 3 almeno di affinamento in bottiglia. Tutti Barbera in purezza i nove vini degustati nelle due masterclass riservate ai professionisti del settore.

La masterclass della Barbera d’Alba Doc Castellinaldo 2023
L’annata 2023 ha avuto un’estate calda e siccitosa come nel 2022, con l’aggravante della mancanza di riserva idrica di cui quest’ultima aveva beneficiato grazie alle piogge dell’annata 2021. I rovesci d’acqua di aprile e maggio hanno inoltre portato peronospora. Ne è risultata una bassa produzione d’uva, di buona qualità media, con vendemmia anticipata alla seconda o terza decade d’agosto.
Primo vino in degustazione la Barbera di Stefanino Morra (Castellinaldo), presentata dal produttore e presidente dell’Associazione Luca Morra. Almeno un anno in legno piccolo e medio, poi un po’ di riposo in cemento prima di passare in bottiglia per quasi 6 mesi. Naso floreale e pungente, sorso in evoluzione legato all’affinamento in bottiglia. Pur avendo come riferimento il mercato locale, Luca ha detto che il suo vino si vende bene in Svizzera, nord Europa e Stati Uniti.
Dai vigneti di Vezza e Castellinaldo si produce la Barbera della Cantina del Nebbiolo, il secondo assaggio, un anno in barrique nuove per il 25% poi un passaggio in cemento o in acciaio e infine sei mesi in bottiglia, al momento della nostra degustazione l’imbottigliamento non era ancora stato fatto. L’agronomo della cooperativa Federico Persano ci ha ricordato che sono in commercio le ultime bottiglie dell’annata 2021, poi inizierà la vendita della 2022. Naso speziato, sorso equilibrato di acidità e frutto (ribes in particolare). Una Barbera pronta e promettente, considerando l’affinamento in bottiglia ancora da avviare. Auguriamo lunga vita a questa Cantina Sociale che vanta una storia importante e conta su 180 produttori associati.
Terzo vino, la Barbera dell’azienda Margherita di Castagnito, con Alessio Allerino, quarta generazione di viticoltori della famiglia Allerino, che ci ha raccontato di una breve macerazione in cemento vetrificato, 14 mesi in barrique di terzo passaggio e un po’ di riposo in acciaio. Prugna al naso e sorso fresco con finale persistente di frutta matura.
Con Stefano Faccenda di Cascina Chicco, di Canale, siamo passati al quarto bicchiere: 12-14 mesi di legno – sia nuovo che di vari passaggi – e imbottigliamento previsto nell’estate prossima. Naso alcolico e fruttato, sorso con finale amarognolo per un vino che andrà a completarsi in bottiglia.
Ultima Barbera 2023 quella di Bric Cenciurio, azienda di Barolo con vigneti anche a Castellinaldo e Magliano Alfieri. Dopo la macerazione svolge la fermentazione malolattica in cemento e poi fa un anno di legno: vino appena imbottigliato, con affinamento previsto di 4-6 mesi. Olfattazione in evoluzione, in bocca pieno ed equilibrato con un bel frutto.

Seconda masterclass con diverse annate a confronto
Dopo una pausa che ci ha permesso di apprezzare i vini dei produttori non coinvolti nelle due masterclass – stuzzicando Prosciutto Crudo di Cuneo Dop di Stagionatura Marchisio di Lurisia, Gorgonzola Dop e Nocciola del Piemonte Igp – siamo passati alla degustazione di Barbera di Castellinaldo di annate precedenti alla 2023.
L’etichetta 2022 di Tonino Marchisio, Castellinaldo, con mescitore Marco Marchisio, uno dei figli di Tonino, ha fatto una macerazione piuttosto lunga sulle bucce per poi riposare in acciaio fino alla primavera; maturazione in tonneaux nuovi per più di un anno e minimo sei mesi di bottiglia. Naso etereo, legnoso e speziato; sorso pieno con note dolci.
Poi è stata la volta della Barbera 2021 de La Granera Castellinaldo, ottima annata funestata però da una grandinata che ha costretto il produttore a un’accurata selezione. Macerazione in cemento poi 6-8 mesi di tonneaux e 4-5 mesi di bottiglia prima della commercializzazione. Lenta apertura olfattiva e in bocca dolcezza di vaniglia e confettura.
Dell’annata 2019, anch’essa piuttosto calda e simile alla 2017, abbiamo testato la Barbera di Teo Costa, Castellinaldo, versata nel bicchiere da Manuel, quinta generazione della famiglia di viticoltori Costa. Macerazione di un paio di settimane, un anno e mezzo di botte grande di rovere di Slavonia (25-50 ettolitri) e almeno un anno di bottiglia. Dolcezza fruttata in bocca, olfattazione da considerare con più tempo a disposizione, come per il successivo vino.
Si è concluso con una Barbera del 2016 della Cantina Marsaglia, Castellinaldo, altra bella annata. Viti di 45-50 anni, lunga macerazione e un anno e mezzo di barrique di rovere di Slavonia per 7-8 mesi: dall’annata 2018, invece, maturazione metà in barrique e metà in botte grande. Il naso si è aperto lentamente alla foglia di pomodoro e al tabacco, sorso fruttato ma non dolce, alcolico e acidulo. In sala Enrico Marsaglia, enologo dell’azienda e sindaco di Castellinaldo, e sua sorella Monica che ci ha presentato il vino di famiglia.
Dagli ultimi due assaggi è emerso l’indubbio potenziale di longevità della Barbera d’Alba Doc Castellinaldo.
La giornata riservata ai professionisti del settore enologico e ai giornalisti si è conclusa degnamente in una delle sale settecentesche di Palazzo Re Rebaudengo con la cena preparata da Davide Odore, chef del ristorante pasticceria “Io e Luna” di Guarene. Menu rigorosamente caratterizzato dal vino protagonista della kermesse, ingrediente saliente in tutte le portate, dessert compreso.

Daniele Alessandrini
Daniele Alessandrini, torinese apolide, sommelier in cerca d’autore (o è il vino a cercare un autore in lui?), operatore dell’informazione enogastronomica se dietro bottiglie o piatti c’è un’anima nobile da svelare.
Conosce il suono del silenzio, ama il fragore muto dello scrivere. “L’incomunicabilità dà un senso alla comunicazione – dice -. Forse”.