Nicole Vezzola racconta il passaggio di testimone in azienda: “Non è stato facile dopo 10 anni all’estero rientrare in Italia e lavorare in famiglia. L’entusiasmo e la visione nuova si scontrano con l’esperienza e la storicità di chi ha segnato la storia del vino”
di Camilla Rocca
Nicole Vezzola ha conseguito la laurea triennale in Economia e Commercio presso la LIUC di Castellanza, per proseguire poi con un master in marketing e comunicazione tra Londra e Parigi. Inizia la sua carriera nel mondo dello champagne, lavorando per la prestigiosa maison Philipponnat. Nel 2016, circa nove anni fa, ritorna in Costaripa per supportare uno dei progetti più significativi dell’azienda: il rilancio e la valorizzazione culturale dei vini rosé da viticoltura dedicata. La nostra nuova wine maker per Next Gen.
Che cos’è la next generation nel mondo del vino?
La next generation può rappresentare l’incontro perfetto fra la salvaguardia delle tradizioni e soprattutto dell’identità vitivinicola e culturale aziendale, supportandola però con la lungimiranza e la velocità che governa l’oggi.
Perché è un tema così rilevante attualmente?
L’Italia è un Paese fondato sulle PMI a conduzione famigliare (81% delle PMI) eppure questo passaggio estremamente delicato non viene tendenzialmente seguito o preparato con visione o supporto. Il passaggio generazionale, soprattutto nelle aziende vitivinicole, viene tendenzialmente subito.
La sostenibilità nel vino è davvero importante per la Next Generation?
Dovremmo partire dal presupposto che la sostenibilità dovrebbe essere un prerequisito per lavorare seguendo una filosofia di alta qualità e identità. Quindi sì, per la next generation sarà sicuramente importante dare priorità a questo argomento.
Quanto è cruciale oggi avere un volto noto che rappresenti il brand in azienda?
Il nostro mondo racconta di storia, passione, filosofia e cultura. Avere un volto che riesce a trasmettere in forma intrinseca tutti questi aspetti con credibilità è certamente di grande aiuto per poter creare un legame sempre più profondo e duraturo con il consumatore.

Possiamo dire che tu rappresenti la Next Generation della tua cantina?
Ad oggi sì, sono la sola next generation ma siamo in attesa che mio fratello Gherardo possa entrare a pieno titolo in Costaripa. Abbiamo delle regole interne per gestire il passaggio generazionale, ovvero: laurearci, parlare due lingue e lavorare due anni in altre realtà vinicole per sviluppare un pensiero critico e logico autonomo.
C’è stato qualche scontro generazionale da quando sei entrato in azienda?
Ebbene sì, come è naturale che sia. Non è stata facile dopo 10 anni all’estero rientrare in Italia e lavorare in famiglia. L’entusiasmo e la visione nuova si scontra con l’esperienza e storicità di chi ha segnato la storia del vino.
Sei stata sottovalutata dagli importatori, distributori o commercianti perché giovane, e in quanto donna? E all’estero?
Sono temi sicuramente molto delicati e profondi da trattare perché estremamente culturali. Posso però confermare che all’estero mi sono tendenzialmente scontrata con molti meno “bias” che in Italia, l’essere giovane è un valore aggiunto come l’essere donna. La competenza non ha né età né genere.
Qual è il vino della cantina che meglio rappresenta la Next Generation?
RosaMara, senza esitazioni. È un vino di grande leggerezza e profondità. Penso che rappresenti al meglio la dualità e complessità della next generation.


Camilla Rocca
Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna