È passato anche da Londra per diventare il migliore sommelier del suo Paese: “Vincere questo titolo non mi fa sentire arrivato, ho un lungo piano di studi che mi aspetta”
di Nello Gatti
Qual è stata la tua esperienza personale al SAI Best Sommelier of India 2025? Come ti sei preparato, dove ti sentivi maggiormente sicuro e dove hai riscontrato maggiori difficoltà?
È stata un’esperienza incredibile. Mettermi alla prova durante tutto il concorso è stato davvero stimolante, dai quarti di finale fino alla finale. Ogni fase era organizzata secondo gli alti standard ASI, dove la prova teorica è stata sicuramente impegnativa. Nei quarti di finale, il primo giorno, ho avuto difficoltà nella gestione del tempo, ma sono riuscito a migliorare in semifinale e finale, dove, avendo finito prima del tempo a disposizione, ho potuto suggerire abbinamenti gastronomici ai vini della prova. La costante preparazione che sto seguendo per completare il WSET Diploma in Wines e per l’esame di Advanced Court of Master Sommeliers mi ha permesso di rimanere allenato e di rispondere velocemente. Credo che questa capacità di risposta e il servizio siano stati i miei punti di forza. Mia moglie mi ha sempre supportato durante le interrogazioni e nella preparazione dei vini per le degustazioni alla cieca. Grazie al bootcamp ASI a Singapore, perfezionerò ulteriormente la mia tecnica di degustazione. Fortunatamente, durante la competizione il mio palato ha funzionato molto bene e in finale ha fatto la differenza, perché sono riuscito a descrivere adeguatamente entrambi i vini.
Qual è lo stato attuale dell’India riguardo alla conoscenza e consapevolezza del consumo del vino? Quali sono i trend, le curiosità e il tuo impegno per una maggiore diffusione nel paese?
Nel 2009, quando lavoravo in India, il vino era consumato principalmente da persone benestanti. Non c’erano molti produttori locali e i vini venivano importati, risultando più costosi. Oggi, invece, esistono molte cantine indiane che producono vini di qualità media e alta, destinati a diverse fasce di consumatori, permettendo così alla classe media di avvicinarsi al mondo del vino. La cultura del vino in India sta crescendo rapidamente, grazie anche a professionisti del settore che organizzano corsi WSET e corsi del Court of Master Sommelier. Tuttavia, la maggior parte degli indiani non ha ancora molta curiosità per il vino, preferendo whisky, birra o, in inverno, rum e brandy. In futuro, mi piacerebbe diventare insegnante WSET in India e organizzare corsi base sul vino, semplici ma efficaci, magari in piccoli incontri che trattano temi come la gestione dei vigneti, la vinificazione e la degustazione. Mi piacerebbe includere anche pranzi o cene per dimostrare che è possibile abbinare la cucina indiana a un buon vino, come faccio anche nel mio tempo libero.
Sappiamo che hai un legame particolare con l’Italia. Ce lo vuoi raccontare?
Vivevo già a Londra, dove studiavo e lavoravo, ma nel 2014, sempre a Londra, ho incontrato quella che sarebbe diventata la mia futura moglie, che è italiana. Dopo pochi mesi, a causa di una serie di circostanze, ci siamo trovati a vivere insieme, e nel 2016 ci siamo sposati a Londra. La mia vita è cambiata con la Brexit. La carenza di richieste di personale ha creato molte difficoltà per tante persone, ed è stato davvero stressante affrontare quella situazione. Alla fine del 2016, mi sono trasferito in Italia, nella cittadina di mia moglie, Corato, in provincia di Bari, nella bellissima regione Puglia. Corato ha circa 50.000 abitanti e l’agricoltura, in particolare la produzione di olio d’oliva e vino, è fondamentale per l’economia del paese, essendo la zona del Castel del Monte DOCG. Sono arrivato in ottobre, quando nell’aria si sentiva il profumo del mosto in fermentazione, una sensazione che non avevo mai provato prima. Ho poi visitato le cantine locali per scoprire la produzione del vino, e quella è stata la mia prima esperienza diretta. Anche se avevo già avuto un interesse per il vino dopo la laurea, e l’avevo servito molte volte durante la mia carriera, da quel momento ho cominciato a percepire davvero l’anima del vino. Intanto, ho iniziato a lavorare, ma quando è arrivata la pandemia, ho sfruttato quel periodo forzato a casa per approfondire lo studio del vino. Nel 2019 avevo già completato il secondo livello WSET, che mi ha aiutato a tracciare il miglior percorso per la mia carriera. Tra il 2020 e il 2021 ho superato il terzo livello WSET, e nel 2021, grazie a una borsa di studio della Gérard Basset Foundation, ho approfondito la mia conoscenza dei vini italiani. A novembre dello stesso anno, ho superato, al primo tentativo, i primi due livelli del Court of Master Sommeliers. Ho anche tenuto delle lezioni sui vini italiani in una rinomata Business School di Parigi. Dopo una breve pausa dagli studi, mi sono dedicato al lavoro di Maitre presso la Posta Vecchia Hotel (Pellicano Hotels), ma ho capito che non potevo fare tutto. Alla fine del 2023, ho deciso di cambiare direzione per seguire la mia passione e mi sono iscritto al WSET Diploma. Ora mi manca un solo esame per completarlo, e questo mi permetterà di diventare un WSET Wine Educator e Wine Judge.

L’India potrebbe diventare una nuova grande frontiera nell’importazione di vino europeo?
L’economia dell’India è in forte crescita, e con essa anche lo stile di vita della sua popolazione. Vent’anni fa, i viaggi internazionali erano un lusso riservato a pochi. Oggi, una famiglia di classe media può permettersi facilmente vacanze all’estero, il che permette di entrare in contatto con la cultura enogastronomica europea. Questo sta creando un mercato del vino in espansione. Paesi come l’Australia, il Cile e il Sud Africa stanno esportando molti vini in India, ma l’Europa resta la capitale culturale del vino, e le persone si sentono privilegiate quando degustano bottiglie italiane o francesi. La cultura del vino in India sta cambiando rapidamente.
Ora che sei il campione, a cosa ti dedicherai in futuro? Hai un progetto o un sogno particolare nel mondo del vino?
Non mi sento un campione “arrivato”. Ho ancora tantissimo da imparare e da perfezionare. Il mondo del vino è vasto, e bisogna studiare continuamente per restare aggiornati. Non mi considero migliore degli altri, perché ogni persona ha un percorso e un carattere unico. Vincere questo titolo ha cambiato alcuni dei miei obiettivi. Ho un lungo piano di studi che mi aspetta. Il 10 marzo darò l’esame per il Diploma AIS a Milano. Ad aprile, a Londra, parteciperò come Associate Wine Judge all’International Wine Challenge. A metà maggio, sosterrò l’esame di Advanced Court of Master Sommeliers. A giugno, avrò l’ultimo esame del mio Diploma WSET, che riguarda il Wine Business. A luglio andrò a Singapore per un intenso ASI Bootcamp. A settembre, rappresenterò l’India per la prima volta nel concorso del Miglior Sommelier dell’Asia e del Pacifico, e infine, nell’ottobre 2026, rappresenterò l’India nel concorso del Miglior Sommelier del Mondo in Portogallo. Questo mi rende estremamente onorato e fortunato, ma anche consapevole delle grandi responsabilità che comporta. Farò del mio meglio affinché le mie performance siano motivo di orgoglio per la mia famiglia, i miei amici, la mia nazione e tutte le persone che credono in me.
E circa la produzione locale, hai mai assaggiato vini indiani?
Ho assaggiato molto raramente vini indiani, principalmente da cantine come Sula Vineyards, Grover Zampa Vineyards e Fratelli Wines.
Sula Vineyards si trova a Nashik, a circa 200 km a nord-ovest di Mumbai, nello stato del Maharashtra. I loro vini hanno un buon qualità/prezzo. In particolare, il loro Sauvignon Blanc e i vini spumanti mostrano una piena maturità con sapori tropicali pieni e un leggero carattere erbaceo, dove manca di freschezza ma si abbina facilmente alla cucina indiana.
Fratelli Vineyards si trova a Pune, a 150 km a sud-ovest di Mumbai, e nasce da una collaborazione tra famiglie italiane e indiane. L’obiettivo era creare un segmento di vino super-indiano simile ai Super Tuscan. In effetti, ci sono riusciti in parte. Il loro vino Sette è composto da Cabernet Sauvignon e Sangiovese, con 24 mesi di affinamento in barriques francesi, rendendolo un vino complesso con strati di frutta e un’incredibile integrazione del legno che ammorbidisce i tannini, creando un vino potente ed elegante.
Grover Zampa Vineyards si trova a nord di Bengaluru, nello stato del Karnataka, ma ha anche una cantina a Nashik. Producono una gamma di vini che vanno dai buoni ai premium, con una varietà di fasce di prezzo. In particolare, il loro vino Insignia è un vino monocru prodotto al 100% da Shiraz, proveniente da Nandi Hills. Ha molte note speziate di pepe e frutti neri, bilanciate da note speziate provenienti dall’affinamento in legno (24 mesi). Questo vino è una rarità, prodotto in formati magnum e con un numero limitato di bottiglie.

Mario Rossi
Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all’estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.