Matteo Bisol racconta la bellissima storia attraverso i suoi vini, un ristorante stellato e collaborazioni artigianali
di Nello Gatti
Produrre vino in Laguna: una viticoltura più che eroica in quanto comprende molti più fattori e molti più rischi, quali?
La laguna è un terroir unico al mondo, un territorio in prevalenza formato da acqua ma dove la terra è sempre stata coltivata. I rischi sono legati all’eccesso di salinità che ci può essere in seguito ad acque alte (come è avvenuto ad esempio nel 1966 anno in cui buona parte dei vigneti sono scomparsi) o ad annate particolarmente siccitose nei mesi estivi (come nel 2022). Nonostante questi rischi la vite viene coltivata in queste isole da secoli quindi possiamo dire che la Dorona nel corso del tempo ha trovato un equilibrio.
Dorona: quale il suo DNA e quali espressioni ne ricavi?
La Dorona è un vitigno autoctono della laguna di Venezia, fa parte della famiglia dei Trebbiani e la Garganega è il suo parente più prossimo. É un vitigno che si presta molto bene a questo habitat in quanto la sua vigoria viene mitigata dalla salinità dei terreni. Da questo incontro nascono vini sapidi, profondi e complessi che giovano dalla tradizionale pratica della macerazione.
Venezia è il tuo punto di partenza ma non è lo stesso che immaginiamo, fatto di Dogi e mercanti, qual era lo scenario di queste aree e come si è evoluto nel tempo?
La coltivazione della vite è legata principalmente alle isole della Venezia Nativa, la parte più a nord della laguna. Qui si è sempre vissuto grazie alla natura, alla pesca, agli orti e alla viticoltura. A testimonianza della grande tradizione ci sono alcuni toponimi come le Vignole, l’isola delle Due Vigne, l’isola della vigna murata, oltre al fatto che prima dell’arrivo di Venissa la tenuta Scarpa Volo ospitava già una cantina fondata ad inizio novecento da uno dei primi enologi italiani: Augusto Scarpa
In uno scenario in cui crollano i consumi e il consumatore è alla ricerca di racconti più che di mescita, cosa ti differenzia e come ti proponi sul mercato?
Venissa è un racconto a 360 gradi della laguna e della sua storia, al vino si affiancano il ristorante, una stella Michelin e stella verde per la sostenibilità e 18 camere. Inoltre anche la bottiglia stessa di Venissa racconta la storia di due famiglie di artigiani che ancora lavorano a Venezia: la famiglia Berta, rimasti gli ultimi battiloro in Europa e la famiglia Spezzamonte che a Murano applica a mano le foglie d’oro nelle bottiglie.
Nello Gatti
Vendemmia tardiva 1989, poliglotta, una laurea in Economia e Management tra Salerno e Vienna, una penna sempre pronta a scrivere ed un calice mezzo tra mille viaggi, soggiorni ed esperienze all’estero. Insolito blend di Lacryma Christi nato in DOCG irpina e cresciuto nella Lambrusco Valley, tutto il resto è una WINE FICTION.