Eccoci qui come promesso, a distanza di un mese pronti per l’iniziazione al mondo del no-low alcool.
Mettiamoci comodi e beviamocene una…
di Sofia Girelli
Quale miglior modo di iniziare a parlare di no-low alcool se non di fronte a una buona e fresca birra paglierina? Con le temperature che corrono, la temperatura da frigo è d’obbligo.
Perché proprio la birra? Fra tutti i prodotti a zero o bassa gradazione alcolica, la birra è sicuramente la più camaleontica e di facile reperibilità, ed è perfetta per questa prima iniziazione.
Un Attimo di Contesto
La birra analcolica ha conosciuto un vero e proprio boom negli ultimi anni. Nessun aspetto della cultura della birra ha registrato una crescita così rapida come la birra analcolica, superando gli stereotipi e raggiungendo vendite record. Oggi, la birra analcolica può essere piena di sapore e soddisfacente quanto le sue controparti alcoliche, se non di più.
La birra a bassa gradazione alcolica esiste già dai tempi medievali, quando veniva consumata quotidianamente perché l’acqua spesso non era sicura da bere. Durante il proibizionismo negli Stati Uniti, birrifici come Pabst e Anheuser-Busch svilupparono tecniche per produrre “near beer”, bollendo via l’alcol dalla birra standard. Successivamente, fu introdotto il metodo dell’osmosi inversa per ottenere lo stesso risultato.
Esistono due metodi principali per la produzione delle birre analcoliche:
Rimozione dell’Alcool a Prodotto Finito (Tecnica Sottrattiva): Solitamente usata per le basse fermentazioni tipo lager.
Interruzione della Fermentazione: La fermentazione viene interrotta appena la birra raggiunge il tasso alcolico legale per essere definita senza alcool (per l’Italia 1.2%, in altri stati varia da 0.05% a 0.4%).
Per quasi cento anni, la birra analcolica è rimasta un’idea marginale, prodotta solo dai grandi produttori. Tuttavia, nel 2012, Bill Shufelt, un trader e atleta, decise di esplorare il mercato della birra analcolica, trovando un’opportunità di mercato libera, il famoso Blue Ocean. Con l’aiuto del birraio John Walker, crearono una ricetta per una birra analcolica che non richiedeva ebollizione o osmosi, lanciando nel 2018 la loro Athletic Brewing Company.
La Rivoluzione del Mercato
In meno di cinque anni, Athletic ha raccolto oltre 226 milioni di dollari in capitale di rischio e ha registrato una crescita incredibile. Questa crescita è stata sostenuta da una strategia di marketing efficace, una vasta distribuzione e una birra di alta qualità. Athletic ha collaborato con atleti e chef, dimostrando l’impatto culturale della birra analcolica. Secondo i dati di Assobirra, la birra low e no alcol è ormai conosciuta dall’80% degli amanti di questa bevanda senza distinzione di età ed è stata consumata almeno una volta dal 67% di essi. Un beer lover su due apprezza ormai la birra analcolica, e circa un terzo (35%) dichiara di berla spesso in alternativa alla birra tradizionale. Tra i target di riferimento, la Gen X registra il consumo più alto (69%), seguita da Millennials (65%) e Gen Z (62%).
Ma perché proprio un atleta ha avuto questa idea? La risposta sta nelle proprietà benefiche di questa bevanda. La birra analcolica si distingue per la capacità di portare benefici all’organismo, reintegrando minerali e idratando il corpo, soprattutto dopo grossi sforzi fisici. Per questo viene definita birra isotonica, persino meglio degli energy drink dopo aver fatto sport, e a bassissimo contenuto calorico.
Stappa te
Se vi ho incuriosito, la facile reperibilità della birra analcolica vi supporterà nel vostro primo assaggio. I supermercati sono ormai pieni di proposte multi-brand. Heineken è sicuramente presente in maggioranza, ma nei supermercati possiamo trovare anche Corona, Moretti, Nastro Azzurro, Tourtel Forst Guinness Peroni Poretti con offerte di birre 0% alcool.
Per scegliere la migliore, affidatevi al vostro gusto. Le case produttrici cercano di replicare il gusto delle sorelle alcoliche nelle loro birre analcoliche. Personalmente, trovo sia Forst che Corona delle birre molto credibili, gustose e leggere.
Se siete già navigati e volete fare uno step in più, provate la birra analcolica artigianale. In Italia, l’e-commerce Lens Beer offre un’ottima selezione europea dei migliori birrifici analcolici, oppure potete acquistare Freedl direttamente dal loro e-commerce. Freedl è un piccolo birrificio altoatesino che è stato premiato per le sue birre analcoliche di alta qualità e gusto.
Insomma, non avete più scuse per non provare almeno una birra. Disclaimer: la birra analcolica deve piacervi! Tra l’altro, il rischio di fare i negazionisti è quello di rimanere indietro. Recentemente è stato annunciato che all’Oktoberfest di Monaco, che si terrà a ottobre, sarà inaugurato un nuovo locale 0% alcool chiamato Die Nulle (Lo Zero). Il locale servirà esclusivamente bevande senza alcol, tentando di limitare l’ubriachezza molesta e i comportamenti antisociali.
Non vediamo l’ora di leggere come andrà. Nel frattempo, provate le birre e mandatemi le vostre recensioni su @la__sobreria. Noi ci risentiamo tra un mese.