Sfatiamo il mito delle bollicine, a meno che non siano un Demi-Sec. Con il panettone ci vuole un vino in concordanza
di Camilla Rocca
Abbinamento rigorosamente in concordanza con il panettone. Ovvero per essere bevuto insieme a un vino, il lievitato principe delle feste ha bisogno di un compagno dallo spirito dolce, anche aromatico, ma mai una bollicina Brut o Zero Dosage, ovvero con un residuo zuccherino troppo basso, tanto da non sopportare gli zuccheri del panettone. Se dovessimo limitare la scelta a delle tipologie ben precise, sicuramente si sposano gli spumanti dolci, come il Moscato d’Asti, l’Asti Spumante e il Brachetto D’Acqui Spumante e qualsiasi tipologia di vino passito amiate e, se li amate, gli Champagne o i Metodo Classico rigorosamente Demi-Sec. Ecco la nostra selezione delle etichette che (secondo noi) meglio si sposano con una fetta di panettone.
Pronti per brindare alle feste?
Immancabile il Moscato d’Asti della cantina piemontese Piazzo con la sua grande freschezza. Il suo nome, Moscato d’Asti Cicheta, è un richiamo all’omonimo vigneto, a San Rocco Seno d’Elvio, che ogni anno regala le uve migliori per la produzione di questo vino. Un terreno marnoso ed esposto a ovest, che enfatizza l’aromaticità tipica del vitigno preservandone l’acidità. Perfetto come vino da dessert, slanciato, fresco e mai stucchevole.
Amanti appassionati dello Champagne? Non fatevi mancare allora l’abbinamento con il Demi-Sec di Jacquart, soprattutto se il vostro panettone presenta una variante con le creme e quindi ha bisogno di un vino più strutturato. Vi consigliamo questa Maison che in solo mezzo secolo è diventata un riferimento tra i brand del settore per lo stile contemporaneo, che gioca con la mineralità e, soprattutto, con la freschezza dello Chardonnay: proprio la giovinezza le consente di sperimentare. Nata nel 1964 dall’alleanza di tre unioni di viticoltori indipendenti, Jacquart rappresenta oggi una delle più grandi superfici di approvvigionamento di tutta la Champagne, con parcelle vitate presenti in tutte le più celebri zone di raccolta della regione.
Panettone farcito al cioccolato e frutta secca? L’abbinamento perfetto è con il Simon de Brion (ovvero un Canajolo passito) della cantina umbra Terre Margaritelli che ha una storia davvero peculiare. Il nome viene da quello di Papa Martino IV, al secolo Simon de Brion, che trascorse l’ultima fase della sua vita a Perugia. Amante dei piaceri della buona tavola, la sua gola è stata resa immortale da Dante Alighieri, che nella Divina Commedia lo colloca tra i golosi del Purgatorio. Le colpe da espiare? Due delle sue irrefrenabili passioni: anguille di lago annaffiate da una speciale ‘vernaccia’, ottenuta da uve Canajolo. Le stesse che oggi compongono questo vino abboccato dalle note floreali e fruttate. Ideale per concludere in solenne dolcezza ogni amichevole convivio.
Continuiamo con il Moscato di Tenuta Mazzolino, con la sua nuance dai riflessi dorati, al naso risulta aromatico con sentori a ventaglio di ananas, muschio, salvia e rosa thea. In bocca si rivela cremoso e avvolgente, con delicata effervescenza mista al residuo zuccherino che cede il passo a un’acidità sapida e rinfrescante, capace di ripulire il palato e invitare a un secondo calice.
Per chi cerca un vino bio e vegano, la nostra scelta cade su Ciù Ciù Da Dolce, vino spumante dolce Malvasia. Dal colore giallo paglierino carico tendente al dorato, presenta una bollicina dalla grana sottile e persistente. Al naso sprigiona tutto il profumo intenso e caratteristico del vitigno: la Malvasia di Candia. Possiamo distinguere l’albicocca, la pesca gialla, l’agrume candito oltre che sentori floreali ed erbacei come la salvia. In bocca si presenta dolce, ma allo stesso tempo fresco ed equilibrato. Si abbina perfettamente alla pasticceria secca e ai prodotti da forno.
Nella Valdadige veronese, la cantina Roeno crea un vino dolce dalla grande personalità, che nella vendemmia tardiva e nella surmaturazione delle uve trova il giusto connubio tra Pinot Grigio, Chardonnay, Traminer Aromatico e Sauvignon. Si chiama Cristina Vendemmia Tardiva e rappresenta l’equilibrata sintesi tra dolcezza e bevibilità. Dal colore giallo dorato, il vino esprime eleganza, morbidezza e sentori che ricordano la pesca, l’albicocca e i fichi secchi. Cristina racconta le caratteristiche della sua madre patria, la Terradeiforti, zona da sempre vocata alla viticoltura, rivelandosi un fine pasto perfetto in abbinamento a una fetta di panettone
Eleganza, rotondità e ricchezza di profumi e sapori descrivono il Torcolato di Maculan. L’emblema enoico di Breganze – nel vicentino – nasce da sola uva vespaiola, i cui acini appassiscono in fruttaio per oltre quattro mesi. Un affinamento di un anno in barrique di rovere francese dà vita a un vino dal colore giallo dorato brillante, con un bouquet che va dal miele ai fiori, per passare infine a vaniglia e legni nobili. La dolcezza e la pienezza si fondono con la bilanciata freschezza tipica dell’uva vespaiola, rendendo il Torcolato un vino adatto alla conclusione di un pranzo o una cena importanti, come nel giorno di Natale.
Il Vino Santo è uno dei vini di punta della Cantina Fratelli Pisoni di Pergolese, nella Valle dei Laghi in Trentino, tanto che, benché l’ultima annata sia la 2007, la cantina ha a disposizione le annate vecchie dal 1977 fino alla 2007 (eccetto 2000, 2001 e 2002 non disponibili). La protagonista di questo vino è certamente la Nosiola, la varietà più coltivata e tipica della Valle dei Laghi, usata per il pregiato Vino Santo Trentino DOC, Presidio Slow Food. Le uve vengono raccolte a piena maturazione, in cassetta, nella prima decade di settembre, per poi essere adagiate sui graticci chiamati “arele” e lasciate ad appassire naturalmente, processo che grazie all’Ora del Garda, dura per circa sette mesi fino alla Settimana Santa, la settimana di Pasqua, da cui prende spunto il nome Vino Santo.
Il Moscato in purezza Ramasco 2021 dell’Azienda Agricola Luigi Boveri, in Piemonte, zona dei Colli Tortonesi si abbina perfettamente con i grandi lievitati, soprattutto se farciti con creme e cioccolato; grazie ai profumi intensi di pesca sciroppata, mela cotogna, pasticceria e cannella. Il sorso è dolce, intenso e dotato di buon equilibrio.
Il Torchiato di Fregona DOCG Piera Dolza nasce dall’impegno di un gruppo di sette produttori storici che oggi si sono riorganizzati nella Cantina Produttori Fregona. Insieme, tengono in vita una lunga tradizione dalla procedura antichissima, risalente al 1600, che prevede di mettere in appassimento su graticci tre uve autoctone: Glera, Verdiso e Boschera. Grazie poi a un affinamento in piccole botti, il vino matura per cinque anni sviluppando un grande equilibrio e una piacevolezza mai stucchevole, regalandoci un grande vino dolce da stappare a Natale.
Il Passito Ultimo della cantina Sutto è frutto del Manzoni bianco, un vitigno trevigiano che grazie alle sue caratteristiche combina la viva acidità che lo contraddistingue alla dolcezza di un vino passito. Perfetto per chi non si accontenta di un solo bicchiere di vino dolce.
Il Riserve Bronner Passito Sweet Claire viene da un antico maso gestito da Werner Morandell assieme a Claire e ai figli Maximilian e Julian. Racconta da 20 anni di uve biologicamente pure, di una natura che nella sua soleggiata continuità regala gioia di vivere e di lavorare con passione. Qui si disdegna l’uso della chimica, partendo invece da vitigni resistenti e di carattere tenace, per arrivare a vini che ben esprimono la qualità della vita in montagna, le giornate di sole e l’identità locale. Il vino, di un colore giallo-oro acceso e intenso, possiede un’eccezionale aroma di pino mugo e menta, con un gusto inconfondibile di caramello e miele. Il sapore, con una complessa e armonica nota acidula lo rende perfetto per un fine pasto.
Non poteva mancare un Marsala a questa selezione. Ambra Superiore 2012 Anita Garibaldi è il vino dedicato alla donna che amava il rivoluzionario che per primo entrò a Marsala; è prodotto da uve Grillo, Catarratto e Inzolia, coltivate nell’entroterra di Marsala e Mazara del Vallo. Intrigante per il suo colore ambra intenso, è un versatile con gradevoli note di albicocca e carruba, e lievi sentori di timo e pepe nero.
Il Vino Santo Arele di cantina Pravis riporta nel nome l’antico toponimo agricolo scelto nel 1974 appositamente dai tre soci fondatori. Domenico, Gianni e Mario vollero, già con il nome del loro vino, sottolineare lo stretto legame fra azienda, storia e territorio. Adesso alla guida c’è anche la seconda generazione: Alessio e Silvio, protesi verso il futuro con la ricerca e la produzione di varietà resistenti PIWI a impatto zero. Questo vino è il fiore all’occhiello della tenuta.
5 Terre Sciacchetrà Riserva è un vino estremo di lungo corso, dal colore ambrato e quasi dorato. Il profumo risulta intenso, con sentori di frutta secca e albicocca. Il sapore è ampio e ricco di sfumature floreali e fruttate. Nasce nella frazione di Manarola, nelle Cinque Terre dove la montagna entra nel mare, e dove si coltivano le tre tipologie di uva locali a bacca bianca con le quali si produce questo vino dolce da manuale. Tutti i vigneti sono su terrazzamenti dove l’uso delle macchine è impraticabile.
Il Mistico è il passito di Podere Casanova, raffinato vino da fine pasto racchiuso in piccole bottiglie da 0,375l impreziosite da etichetta d’autore firmata dal pittore Eros Rizzo. Colore giallo dorato scuro tendente all’ambrato, dai profumi ampi e intensi dalle note fruttate di confettura, more, prugna, frutta secca caramellata alle spezie, cannella e cardamomo, fino al miele. Al palato risaltano morbidezza rotondità di lunga persistenza; estremamente equilibrato, sapido e di gran corpo. L’etichetta d’autore raffigura il Tempio di San Biagio di Montepulciano, ai piedi della città.
Luna Storta di Montelvini, passito che fa parte della collezione Vintage, è un ottimo vino da conversazione che si sposa perfettamente con i lievitati ai canditi. Il profumo spazia da note tipicamente esotiche che ricordano l’ananas, alla frutta secca, fino ad arrivare al miele, grazie a una concentrazione zuccherina elevata che deriva dall’appassimento sui graticci di uve selezionate dalle colline del Montello. La tradizione vuole che le uve vengano originariamente vinificate in luna calante, da cui il nome Luna Storta.
Non poteva mancare al nostro elenco un Recioto: Giovanni Allegrini Recioto Classico Docg 2018, il cui lungo appassimento dei grappoli nei fruttai dell’azienda permette alle uve non solo di concentrare gli zuccheri, ma anche trasformare i suoi aromi nel turbinio di frutto e spezie che si riverbera poi nel calice. La ciliegia intreccia una danza sinuosa con il pepe e il timo che ritroviamo perfettamente espressa in bocca, dove la prorompente dolcezza incontra armonia e finezza nella levigata trama tannica.