Il ritmo d’Abruzzo - Milano Wine Week 2022

Il ritmo d’Abruzzo

Cavatappi, strumenti musicali e vasche di cemento che suonano armonicamente in quel di Controguerra. Ritmi tribali, principi biodinamici e vini naturali sono i tre pilastri di Bossanova, la Cantina new age intenzionata a mostrare il volto ribelle d’Abruzzo. La nostra intervista.

di Nello Gatti

La vostra è un’Azienda di recentissima costituzione. Perché tornare in Abruzzo e dedicarsi al vino?

Nel bel mezzo delle nostre carriere, dopo aver girato in lungo e in largo il globo, ognuno di noi ha sentito quel richiamo verso la propria terra. Lungo il percorso, abbiamo avvertito quel bisogno di fare altro nella vita e tornare a calpestare i luoghi del cuore sotto altre prospettive. La passione per il vino naturale, la conoscenza di altri produttori e il piacere per la musica hanno fatto il resto. Il mondo del vino naturale è fatto di arte, passione, sincerità, unito a meravigliosi rapporti umani.

Siete in una regione ben nota per la produzione di vino. In cosa volete differenziarvi?

Non abbiamo in testa l’obiettivo di differenziarci, nel senso che il vino lo facciamo secondo i nostri gusti, secondo la nostra filosofia, con la nostra creatività. Il fatto che ci siamo differenziati è stata una conseguenza. Con molta umiltà, ci piace più l’idea di contaminare, di ispirare e mostrare qualcosa di alternativo. Mostrare la nostra visione attraverso i calici che potrete bere.

Dai primi esperimenti al mercato internazionale, cosa è successo in questi anni?

La prima annata, la 2018, è andata a segno con una produzione di circa 4.500 bottiglie e vissuta come un vero e proprio esperimento. Siamo partiti da una vecchia vigna di poco più di un ettaro, piantata negli anni ’70 dal nonno di Andrea. Lui, come spesso accadeva in Italia, ne ricavava vino sfuso, mentre noi ci  siamo posti sin  da subito  l’obiettivo di fare vino in bottiglia implementando tutti gli standard qualitativi, alimentando anno dopo anno le nostre aspettative. Biodinamica in vigna e fermentazioni spontanee sono state un pilastro fondamentale e grazie ai primi risultati ottenuti riuscivamo già ad intuire le grandi potenzialità del nostro territorio e dei nostri vini. Oggi, con la quinta  annata che a breve vedrà la luce, siamo cresciuti a 8 ettari e circa 45.000 bottiglie prodotte l’anno. Abbiamo un’importante partnership di distribuzione sul territorio nazionale mentre arrivano ottimi segnali anche dall’estero, in cui esportiamo in USA, Canada, Giappone, Nord Europa, Thailandia. L’idea che il nostro Montepulciano d’Abruzzo e Trebbiano d’Abruzzo possano piacere così tanto in giro per il mondo ci inorgoglisce molto!

La presenza di DOC e DOCG ha avuto un impatto positivo nella promozione dei vostri vini o questi schemi sono ormai superati? 

Questi schemi sono in parte superati, ma la nostra volontà è quella di contaminare e di essere un’alternativa per i consumatori che scelgono la DOC o DOCG abruzzese. 

Gli studi continuano in casa Bossanova: quali sono i nuovi progetti?

Siamo principalmente dediti al lavoro in campagna e in cantina, con un forte focus sulla gestione dei suoli e della vite. È un lavoro di continua evoluzione che parte dalle nostre sensibilità e si perfeziona attraverso lo studio, l’osservazione, la sperimentazione e il confronto con esperti e altri produttori. La finalità è sempre quella di portare in cantina  uve sane, senza “escamotage”, e che sappiano regalarci emozioni. Tra gli ultimi progetti lanciati, abbiamo di recente avviato una nuova interpretazione di un vigneto acquistato da poco, ideando due nuove etichette, “Swing” e “unRouge”, due vini che rispecchiano la nostra parte più giocosa, meno formale e che sorride alla convivialità.

Vi pentite mai di essere passati da “globetrotter” a “ragazzi di campagna”?

Molti ci chiedono se ci siamo mai pentiti di questa scelta, di aver cambiato vita, di essere tornati in Abruzzo per fare “gli agricoltori”. Io rispondo sempre che è una delle cose più belle, specialmente nel mondo del vino naturale, in cui le relazioni che si instaurano tra le persone e le emozioni che ci fa vivere il vino (come mezzo e non come fine) non hanno limiti… e mentre lo dico, i miei interlocutori hanno gli occhi che brillano come i miei. Visto?

Che altro aggiungere, abbiamo in programma altri eventi e degustazioni anche in Italia, tra cui a Milano e a Firenze, oltre a rinnovarvi l’invito di passare a salutarci al Vinitaly in cui saremo insieme a tutti i produttori naturali dell’associazione Vi.Te. -Vignaioli e Territori.

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