Sono 4 i ristoranti e una vineria della “Perla dello Jonio” citati nel prestigioso elenco
di Saro Laganà
La città di Taormina si conferma capitale del gusto in Sicilia. Nella Guida Michelin 2025 infatti si trovano ben 5 ristoranti della “Perla dello Jonio”, località turistica di appena 11mila abitanti, ma famosa in tutto il mondo. Con 2 stelle Michelin, ancora una volta, è stato premiato il St. George Restaurant by Heinz Beck, che si trova all’interno dell’Hotel Ashbee.
Ispirandosi al mutare delle stagioni e alla freschezza dei prodotti locali, il St. George Restaurant by Heinz Beck propone da sempre un menu straordinario, per far vivere una bellissima esperienza culinaria a tutti gli ospiti. Giusto completamento della raffinata cucina firmata Heinz Beck, è un’eccellente carta dei vini italiani e internazionali.
La ricciola marinata con variazione di pomodoro, levistico e cipolla di Tropea, il risotto con cicoria, cannolicchi, limone nero e uva, gli spaghetti con cozze di Ganzirri, peperoni alla cenere e croccante di maialino, la triglia con porcini e bernese e la lombata di agnello in crosta di olive, carota e calamansi sono solo alcuni dei prelibati piatti preparati dallo chef del St. George Restaurant by Heinz Beck.
Con una stella Michelin, invece, sono stati confermati i ristoranti: La Capinera, Otto Geleng e Principe di Cerami. La new entry è la Vineria Modì, gestita dai fratelli Dalila ed Ettore Grillo.
“Per noi – spiega Dalila Grillo, chef under 35 – sono giorni davvero speciali. Siamo orgogliosi di avere ricevuto la stella Michelin. Si tratta di un riconoscimento che rappresenta non solo la passione e il lavoro della nostra squadra, ma anche l’amore per il nostro territorio, i suoi sapori autentici e le esperienze uniche che vogliamo regalare ai nostri ospiti. Grazie a chi ci ha sostenuto e ci ha scelto lungo questo percorso. Ogni piatto, ogni calice e ogni sorriso sono dedicati ai nostri clienti, che sono parte di questa avventura”.
Uno dei piatti del nuovo menu di Vineria Modì, che ha già riscosso tanto successo, è certamente il tortello di pasta fresca ripieno di una delicata mousse di pesce, arricchito con un ragù avvolgente di conchigliacei e accarezzato da un leggero tocco di bouillabaisse.
Sorride anche il ristorante “Otto Geleng”, che si trova all’interno del Grand Hotel Timeo e che nel 2017, in occasione del G7 di Taormina, ospitò i Capi di Stato e di Governo più influenti al mondo, tra cui Donald Trump (appena rieletto Presidente degli Stati Uniti d’America). Lo chef Roberto Toro, all’epoca, preparò un “super menu” per i potenti della Terra: tortelli di basilico e pecorino con gamberi rossi di Mazara, filetti di dentice con pomodorini e capperi, crostini di verdure patate al vapore e cassata siciliana.
Il Principe di Cerami, ristorante stellato ubicato all’interno del San Domenico Palace, A Belmond Hotel, è arroccato su un promontorio roccioso sulle acque azzurre del Mar Jonio e vanta un’incantevole vista panoramica sulla costa di Taormina. Lo chef Massimo Mantarro, insieme al suo staff, crea piatti ricchi di sapori che celebrano la tradizione siciliana abbracciando influenze contemporanee. Dai piatti d’autore ai piatti di stagione, ogni creazione riflette la dedizione alla qualità.
“Non c’è innovazione senza tradizione. La tradizione alimenta il mio pensiero in cucina, mentre l’innovazione avviene attraverso la tecnica di cottura”, sottolinea Massimo Mantarro. “La bontà della Sicilia – continua Mantarro – è una chiave della mia filosofia. Tratto ogni ingrediente con rispetto. Amo sorprendere i miei ospiti, giocando sulla stagionalità e suggerendo abbinamenti inaspettati, come erbe appena raccolte servite con legumi antichi”.
Il ristorante La Capinera, infine, propone la migliore reinterpretazione della tradizione gastronomica siciliana: dal pescato del giorno agli ortaggi, dai presidi Slow Food al caviale di lumaca, attraverso le diverse intensità di oli siciliani d’eccellenza.
“Esistono parole, fotografie, citazioni in grado di rendere giustizia alle infinite sfumature del gusto? Dubito”, dice lo chef Pietro D’Agostino. “Credo nella magia, quella del piatto, nel suo percorso dalla cucina al tavolo – prosegue D’Agostino – e sino alla bocca. Dove gli ingredienti esprimono la loro storia e si esaltano per la combinazione con cui la mia fantasia ha voluto proporli”.
A parte Taormina, tra i ristoranti a “doppia stella” si riconfermano in Sicilia Il Duomo a Ragusa e La Madia a Licata. A Ragusa c’è un altro stellato, la Locanda Don Serafino, che si aggiunge a Votavota nella frazione balneare di Marina di Ragusa, rendendo così il capoluogo ibleo la seconda città dell’Isola per numero di ristoranti stellati (3 contro i 4 di Taormina). Due stellati sono presenti anche a Bagheria (I Pupi e Līmū), due nell’Isola Vulcano (I Tenerumi e Il Cappero) e due anche a Catania (Coria e Sapio). Si riconfermano stellati anche: Zash a Riposto, Shalai a Linguaglossa, Signum a Malfa, Accursio a Modica, Crocifisso a Noto, Mec Restaurant a Palermo, Cortile Spirito Santo a Siracusa e Il Bavaglino a Terrasini.
Saro Laganà
scrive per vari quotidiani e testate online, dirige il magazine Vai Taormina e ha pubblicato 8 libri, di cui uno sul G7 2017 di Taormina, 6 sulla Juventus e uno sul calcio a Taormina, quest’ultimo con la prefazione di Jim Kerr, cantante dei Simple Minds.