La sua storia intreccia tradizione familiare, innovazione enologica e sostenibilità ambientale in una delle aziende vitivinicole più rinomate d’Italia
di Camilla Rocca
Maria Vittoria Maculan, classe 1985, nutre fin da piccola il desiderio di proseguire il sentiero tracciato da papà Fausto. Dopo il Liceo Scientifico J. Da Ponte di Bassano del Grappa, prosegue gli studi con il Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Viticole ed Enologiche alla Facoltà di Agraria di Padova con sede a Conegliano. Si reca in Umbria per svolgere il tirocinio formativo nell’azienda Falesco, prima di laurearsi cum laude nel luglio del 2007.
Lo stesso anno entra ufficialmente in azienda come enologa in affiancamento a Fausto. Carpisce metodi e conoscenze relative alla gestione dei vigneti e alle lavorazioni in cantina, controlla la maturazione delle uve, le fermentazioni e l’affinamento dei vini, matura nel tempo l’esperienza e l’autonomia decisionale che la portano a ricoprire il ruolo di responsabile di settore. Da diversi anni Maria Vittoria è membro della Commissione tecnica di degustazione dei vini DOC, posizione che le permette di visitare le più importanti aziende vitivinicole e aree enologiche di tutta Europa.
Cos’è per te la Next Generation nel mondo del vino? E perché pensi sia un tema così forte in questo momento storico?
La next generation sono i figli dei produttori cresciuti tra le vigne, respirando gli aromi del vino, che hanno sentito parlare di Luigi Veronelli e di Robert Parker durante le cene di famiglia, che hanno visto i loro padri provare, sperimentare e cambiare il mondo enologico. Ora dopo 40/50 anni siamo arrivati al punto di svolta: i grandi hanno lasciato spazio ai loro figli, che devono intraprendere la loro strada, affrontando una realtà completamente diversa da quella che vivevano i loro padri.
Sei l’enologa dell’azienda? Un ruolo che trovi “difficile” per una donna?
Sì, sono l’enologa dell’azienda e non trovo nessuna difficoltà nel svolgere il mio ruolo. Essere donna non è assolutamente limitante in questo tipo di lavoro.
Sostenibilità nel vino: un modo per riempirsi la bocca o importa davvero alla Next Generation?
Sicuramente è la sfida più grande che abbiamo davanti. La viticoltura deve adeguarsi e diventare sostenibile per garantire un futuro alla next generation che verrà dopo di noi. Dobbiamo capire quale sia la strada migliore per rispondere alle esigenze del mercato ma anche per salvaguardare il mondo che sta cambiando.
Come avvicinare i giovani al mondo del vino?
Comunicazione, eventi alternativi, vini a prezzi abbordabili, social, fiere e il sostegno alle associazioni di degustatori.
Quanto è importante, oggi, avere un volto in azienda che racconti il suo brand?
Per noi è fondamentale. Mia sorella che si occupa della parte commerciale è il nostro sorriso in tutto il mondo e nessun altro commerciale esterno potrebbe rappresentare la nostra azienda come lo fa lei. Essere parte di un’azienda, essere cresciuta assieme all’azienda, permette di raccontarla in maniera unica.
C’è stato qualche “scontro generazionale” da quando sei entrata/o in azienda?
Nessuno scontro. Mio papà ha saputo guidarci sapientemente, lasciandoci il nostro spazio, senza mai farci mancare il suo sostegno. È stato bravo nel fare un passo indietro, per lui non facile, dandoci la possibilità di esprimerci e guidandoci nel momento del bisogno.
Cosa vorresti dire agli altri vignaioli? un consiglio su come migliorare che noti spesso nei colleghi?
Puntare sulla qualità e sulla semplicità. Pochi vini e fatti bene.
Camilla Rocca
Una passione per il mondo del vino che parte dalle origini, si è allargata all’enoturismo e ai racconti delle persone, di quei volti, quelle mani, delle storie che sono dietro alla vigna