Al padre del giornalismo enogastronomico italiano è dedicato lo spazio permanente inaugurato a Bariano (BG) nell’ex Convento di Neveri
di Andrea Grignaffini
Gino Veronelli è il padre indiscusso del giornalismo enogastronomico e, più inimitabilmente, l’instancabile “anarcoenologo” che con il suo impegno e le acerrime battaglie a favore della qualità, ha segnato la rinascita del vino e delle produzioni agroalimentari italiane di valore, dedicando tutta la vita in difesa della cultura contadina e del genius loci; giornalista raffinato e provocatore, critico bonario ma anche incendiario, è stato anche un prolifico autore, un editore sovversivo e un geniale sperimentatore di linguaggi; filosofo e mobilitatore di coscienze, un uomo politico nel senso più elevato del termine, voce determinante per la crescita della cultura materiale dell’Italia del secondo Novecento. A distanza di 20 anni dalla sua scomparsa, apre all’ex Convento di Neveri a Bariano, “Il Veronelli”, uno spazio permanente che accoglie l’essenza del patrimonio culturale di Luigi Veronelli con l’obiettivo di diffondere la visione e tenere viva la memoria di questo libertario e fervente sostenitore della più profonda interpretazione sincretica della vita e dell’uomo. Dietro quest’opera che ci restituisce alla grande il mito veronelliano ci sono persone che ne garantiscono lo spessore assoluto: Gian Arturo Rota (responsabile de Il Veronelli), conoscitore come nessuno dell’uomo e dell’opera, Aldo Colonnetti, storico e filosofo, e Angela Maculan (Presidente del Seminario Permanente Luigi Veronelli). Sei, i diversi ambienti in cui si snoda il percorso espositivo ospitato nel contesto storico di straordinario valore artistico e archeologico e che offre un’esperienza conoscitiva e sensoriale in compagnia di libri, oggetti, bottiglie e immagini evocativi dell’uomo e della sua carriera cinquantennale; alla cantina, ricostruita identica a quella della sua casa in Bergamo alta, con circa 12.000 referenze (con vini blasonati che si alternano a etichette sconosciute, tutti parimenti curati e schedati) è attigua la sala assaggi dove “ascoltare i vini”, per dirla alla Veronelli; nell’archivio, è raccolta la selezione ragionata di un materiale immenso (articoli e scritti vari, carteggi, progetti, canovacci di programmi televisivi) mentre la biblioteca vanta una raccolta di circa 6.500 volumi dedicati a cucina, vino, distillati e civiltà contadina; c’è infine la riproduzione dello studio dove Veronelli dava forma alle idee e alla scrittura e amava ricevere gli ospiti in visita (o riassaggiava i vini che più lo inquietavano o lo incuriosivano) e la caffetteria che ospita documenti del Veronelli “designer”, con i disegni realizzati per Alessi, i pannelli con nomi e menu dei ristoranti del campionato gastronomico lombardo ideato con Gianni Brera negli anni ‘60, e le ricette di alcuni suoi cocktail. Un luogo fisico e simbolico dedicato agli appassionati di vino e cibo che desiderano approfondire la genesi dell’attuale mondo gastronomico ed enoico in Italia, una fucina di fonti e spunti per comprendere l’estrema attualità della sua opera (pensiero+azione) attorno a vari campi d’interesse (vino, cibo, olio, oggetti d’uso, scrittura, riti, linguaggio, etc.) e una meta imperdibile per tutti coloro che, operando da professionisti in un contesto di valori oggi inoppugnabili, avranno l’opportunità di comprendere fino in fondo quanto il livello qualitativo e il successo raggiunti dall’enogastronomia italiana poggino sull’inesauribile impegno di Veronelli, cogliendo l’essenza stessa del significato che “esistere” aveva per il celebre giornalista-scrittore, e che coincide, ancor più che con l’esigenza di valorizzare e diffondere cultura, con la libertà stessa di fare cultura.
Andrea Grignaffini
Docente di enogastronomia, critico e gastronomo tra i più preparati del nostro tempo, da febbraio 2024 è il nuovo direttore editoriale di Vendemmie