“C’è grande preoccupazione per i dazi, è necessario iniziare immediatamente una trattativa. L’Europa deve essere coesa, le disparità vanno eliminate”
di R.V.
Senatore Centinaio, possiamo dire che alle 22 del 2 aprile 2025 è stata dichiarata una guerra commerciale dal presidente americano Donald Trump?
“Sono molto preoccupato: la conferma dei dazi crea un problema enorme a tutto il settore produttivo italiano. Condivido pienamente la posizione della Presidente Meloni: è necessario lavorare diplomaticamente per trovare un compromesso, scatenare una guerra commerciale reagendo con le stesse armi rischia di rendere ancora più difficile la situazione. L’Unione Europea deve muoversi in modo compatto per fronteggiare diplomaticamente questa emergenza. Abbiamo come interlocutore il Presidente del più grande Stato liberista del mondo: dobbiamo parlare di business, sederci al tavolo e iniziare rapidamente una trattativa”.
Si aspettava dazi così pesanti?
“Sinceramente ero ottimista e pensavo a dazi del 10% come quelli ufficializzati per il Regno Unito. E’ necessario trovare una soluzione, perché nessun altro mercato di export può compensare a breve e medio termine le perdite che un provvedimento del genere arreca a un Paese come l’Italia, prima in Europa per export verso gli USA. I nostri vini saranno meno competitivi sul mercato e, giusto per fare un esempio, un chilo di Parmigiano che costa tra i 15 e i 17 euro in Italia arriverà a costare più di 50 dollari negli Stati Uniti”.
L’Unione Europea deve trattare compatta: potrebbe essere l’occasione per rivedere gli accordi commerciali con i vari Paesi, visto che persistono disparità di trattamento tra i Paesi membri dell’Unione?
“Sicuramente potrebbe essere un momento ideale per rendere l’Unione Europea più coesa da questo punto di vista. Se andiamo ad analizzare i dazi di importazione, notiamo per esempio che la Francia ha accordi commerciali migliori dei nostri in più di un mercato. Se ragioniamo da Unione Europea queste disparità vanno eliminate”.
Questa emergenza commerciale – secondo lei – farà passare in secondo piano le minacce europee di provvedimenti dannosi per le categorie produttive, come gli Health Warnings sul vino?
“Lo spero, anche se non ne sono convinto: a Bruxelles la politica è a disposizione della burocrazia. Le voci da Bruxelles sono sempre contrastanti: alle rassicurazioni del Commissario Europeo per l’Agricoltura, Hansen, il quale aveva rassicurato come il vino non sarebbe stato toccato dai provvedimenti minacciati, hanno fatto da contraltare le dichiarazioni del Commissario alla Salute, Olivér Várhelyi, che insiste su un orientamento restrittivo e sugli Health Warnings. E’ necessario che – soprattutto in un momento complesso come questo – trovino una sintesi e indichino una via chiara per tutelare un mondo produttivo che è prima di tutto un patrimonio culturale dell’Europa”.