Federico Gordini (presidente Milano Wine Week): “Questi dazi sono un errore politico gravissimo, il presidente americano dà il via a una guerra commerciale che coinvolge le principali economie mondiali”
di Mattia Marzola
Con un nuovo e pesante annuncio, Donald Trump ha dichiarato l’introduzione di dazi universali del 20% sulle importazioni europee, con un impatto particolarmente forte per il settore degli alcolici. Questo provvedimento, che avrà ripercussioni sulle economie di tutta Europa, ha già suscitato reazioni di preoccupazione e disapprovazione.
I dazi USA entreranno in vigore subito dopo l’annuncio ufficiale di Donald Trump: “Si tratta di un errore profondo”, ha commentato il Capo dello Stato Sergio Mattarella, sottolineando che “serve una risposta compatta, serena, determinata” da parte europea. Per la premier Giorgia Meloni, l’obiettivo deve essere quello di “scongiurare in tutti i modi possibili una guerra commerciale”, ma ciò non esclude “se necessario di dover anche immaginare risposte adeguate a difendere le nostre produzioni”. Intanto, secondo Parigi, l’Unione Europea sarà pronta a rispondere ai dazi “prima della fine del mese di aprile e la risposta sarà in due fasi”.
Il presidente di Milano Wine Week, Federico Gordini, analizza così la mossa dell’amministrazione statunitense: “I dazi del 20% annunciati da Trump sono un gravissimo errore politico del Presidente americano, che innesca una guerra commerciale con ripercussioni sulle principali economie mondiali. Un ennesimo atto autoritario e comunicato con toni dittatoriali, del quale i primi ad essere scontenti dovrebbero essere gli americani: i dazi, da quelli applicati dall’ultima amministrazione Trump sulle lavatrici a quelli imposti sotto William McKinley negli anni ’90 dell’Ottocento (che causarono ondate di inflazione), alle tariffe Hawley-Smootdegli anni ’30 (che aggravarono la Grande Depressione), si sono rivelati sempre disastrosi per l’economia statunitense”.
Le parole di Gordini evidenziano come i dazi, storicamente, non solo hanno danneggiato i Paesi destinatari, ma anche l’economia interna degli Stati Uniti. Le tariffe imposte in passato hanno infatti portato a gravi conseguenze economiche, come l’inflazione e l’aumento dei costi per i consumatori americani.
Per l’industria del vino e degli alcolici, la misura annunciata è particolarmente preoccupante. Oltre ai danni diretti che si verificheranno sulle esportazioni europee, la crescita dei costi dei prodotti potrà determinare un aumento dei prezzi per i consumatori, con un impatto anche sui mercati secondari. In particolare, l’aumento dei dazi sulla birra, del 25% mentre gli altri prodotti a base di alcol subiranno un dazio del 20%, potrebbe penalizzare duramente le piccole e medie imprese, che rappresentano una fetta significativa delle esportazioni europee negli Stati Uniti.
“Serve una risposta comune e con la schiena dritta da parte dell’Unione Europea a tutela di tutti i settori colpiti da questo provvedimento”, ha continuato Gordini, sottolineando la necessità di una reazione ferma da parte delle istituzioni europee. “È necessario lavorare sia per rispondere a tono ai dazi imposti, sia per trovare scenari diplomatici che possano rendere meno lesive queste sanzioni”.
Seppur le conseguenze economiche siano ancora da definire al dettaglio, l’industria del vino, della birra e degli alcolici in generale rischiano di affrontare un periodo di incertezze che potrebbero compromettere anni di crescita e sviluppo nei mercati americani. Oltre alla battaglia diplomatica, è urgente negoziare condizioni più favorevoli per tutti i membri dell’Unione Europea, cercando di ridurre le disparità di trattamento tra i vari Paesi. In questo scenario, l’industria europea si trova a dover fare i conti con la dura realtà di una guerra commerciale che rischia di danneggiare i più vulnerabili, mentre la politica statunitense sembra voler continuare a spingere per politiche protezionistiche.
Risulta evidente che, come in passato, l’effetto boomerang di questi dazi potrebbe finire per colpire proprio gli Stati Uniti, ma il futuro di settori chiave per l’economia europea e italiana come il vino e gli alcolici, sembra ora più incerto che mai. L’Unione Europea dovrà unire le forze per rispondere a questa sfida con determinazione e unità.

Mattia Marzola
Giocoliere di parole, voracissimo lettore, buona forchetta (e buon bicchiere) ha deciso di unire le sue inclinazioni, diventando così appassionato docente di lettere ed entusiasta giornalista enogastronomico, anche se poi scrive di tutto.