La quinta edizione della BWW si è riconfermata una vetrina d’eccellenza per il vino spagnolo, facendo registrare numeri molto interessanti e puntando l’attenzione sulla sostenibilità a 360°
di Claudia Pescarolo
Con 1266 aziende vitivinicole espositrici, provenienti da 81 diverse denominazioni di origine (D.O.) e un’affluenza di circa 25.700 visitatori in 3 giorni, la Barcelona Wine Week rappresenta sempre più il principale evento del settore enologico di tutta la Spagna.
L’edizione 2025, che si è svolta dal 2 al 5 febbraio presso la Fira de Barcelona (Montjuic), nel cuore della città, ha visto un incremento del numero di espositori pari a circa il 30% rispetto agli anni precedenti. Per tale ragione si è reso necessario aumentare gli spazi, distribuendo la fiera in due diversi padiglioni.
Anche i numeri riguardanti il business parlano da soli: si sono tenuti più di 13.000 incontri professionali, che hanno coinvolto i produttori presenti, gli oltre 1000 distributori spagnoli e i 770 importatori esteri, provenienti dai principali mercati internazionali.
Inoltre, la fiera e gli eventi correlati in giro per la città hanno avuto un impatto economico su Barcellona stimato intorno ai 17 milioni di euro di indotto.
“Ancora una volta la Barcelona Wine Week ha dimostrato la sua importante capacità attrattiva, posizionandosi come la migliore piattaforma commerciale nel settore del vino spagnolo per addetti ai lavori nazionali e internazionali, attraverso un concetto di fiera unico nel suo genere”, ha dichiarato al termine della manifestazione Javier Pagés, presidente della BWW e della D.O. Cava.
Tante anche le occasioni di formazione e approfondimento: sono state oltre 70 le masterclass e le degustazioni guidate, tenute da circa 160 esperti del settore, fra i quali noti sommelier, Master of Wine, critici e produttori.

Focus sulla sostenibilità
Come ogni edizione, anche quest’anno la sostenibilità ha rappresentato uno dei temi centrali della BWW: infatti, la sfida più ambiziosa per gli organizzatori è stata creare un evento con il minor impatto ambientale possibile, seguendo le linee guida dell’iniziativa Zero Waste y Reciclaje.
All’interno degli spazi espositivi era totalmente bandito l’impiego di plastica monouso e tutti i supporti cartacei erano realizzati con carta riciclata, compresi i porta badge, che, al termine della manifestazione, potevano essere lasciati in appositi contenitori posti all’ingresso dei padiglioni. In fiera erano inoltre presenti diverse “isole del riciclo”, dove i rifiuti venivano raccolti e separati in tre distinte frazioni recuperabili.
Grazie alle collaborazioni con Ecovidrio e con l’Institut Català del Suro, sono stati collezionati 45 mila bottiglie (in generale 21,22 tonnellate di vetro) e 7.233 tappi di sughero, che verranno riciclati. In particolare, questi ultimi entreranno nel progetto di economia circolare Futurecork, che prevede il loro riutilizzo per la realizzazione della pavimentazione dei parchi giochi per bambini.
Inoltre, per quanto riguarda l’allestimento degli spazi espositivi, è stato impiegato l’80% degli arredi delle precedenti edizioni.
Infine, attenzione posta anche al di fuori della fiera: infatti, i partecipanti alla BWW hanno avuto la possibilità di ottenere uno sconto del 10% sui biglietti dei mezzi pubblici della città di Barcellona, per tutta la durata dell’evento.
Dentro la BWW
Visitare una fiera estera dedicata al vino della nazione ospitante è sempre un’esperienza a dir poco illuminante, se poi si tratta di vino spagnolo, così poco conosciuto in Italia, diventa addirittura sorprendente. Infatti, al di là degli approfondimenti sulle D.O. più note e prestigiose, come Cava, Rioja o Ribera del Duero, solo per fare alcuni nomi, si possono scoprire aree (spesso molto piccole) e varietà d’uva che regalano prodotti davvero straordinari.
Per esempio, hai mai sentito parlare della D.O. Binissalem? O del vitigno Diego?
Bisogna abbandonare la terraferma e spostarsi sulle isole iberiche per trovare entrambi: in particolare, la D.O. Binissalem comprende alcuni comuni nel distretto di Raiguer, nel centro di Maiorca, l’isola più grande dell’arcipelago delle Baleari. Qui, il clima mite in inverno, caldo d’estate e i terreni calcareo-argillosi costituiscono un ambiente idoneo per l’allevamento di varietà autoctone quali per esempio Giró blanc, Moll e Manto negro.

Diego (o Vijariego) è un’uva a bacca bianca originaria delle Canarie, presente soprattutto a Lanzarote: la caratteristica principale del vino che si ottiene da questa varietà è la grande sapidità, data dal particolarissimo terroir in cui sorgono i vigneti.
Durante i tre giorni di fiera le scoperte interessanti sono state molte, così come le conferme a proposito della bontà dei vini spagnoli e del loro rapporto qualità-prezzo, che per noi italiani risulta a dir poco sorprendente.
Tanti anche gli espositori di oggettistica legata al mondo del vino: fra questi l’azienda che produce Falcork, il cavatappi professionale che, grazie alle sue tre leve al posto delle classiche due, permette di ridurre la forza necessaria per la stappatura e garantisce una riduzione della deformazione del tappo di sughero pari al 33% circa. Chiaramente ciò consente di stappare anche bottiglie con molti anni sulle spalle in totale sicurezza.

Claudia Pescarolo
Metà piemontese e metà veneta, nelle sue vene non può che scorrere vino. Formazione scientifica, animo classico e profonda curiosità sono gli ingredienti che le danno sapore. Dopo una laurea in medicina veterinaria, un diploma di sommelier e un master in comunicazione, ha deciso di dedicarsi alla sua missione: raccontare storie di vino, di persone, di passione e di grande bellezza.