Un viaggio unico ed emozionante con tappe in ville, pasticcerie, ristoranti, un salto in chiesa, infine un buon bicchiere di spumante rosato
di Luca Sessa
Una città dalle incerte origini, il cui valore storico è però certo: Pisa, capoluogo dell’omonima provincia nel centro ovest della Toscana, si inserisce nel territorio metropolitano dalle caratteristiche omogenee, denominato area pisana, o Pian di Pisa, con altri comuni adiacenti. È anche, più semplicemente, la meta della giornata centrale del cosiddetto weekend lungo che mi ha portato con altri due amici a girovagare per la Toscana alla ricerca di cantine interessanti e di prodotti artigianali da gustare in loco e acquistare per arricchire le future cene organizzate a casa. A differenza di tante altre passeggiate che hanno visto chiudere il programma con l’esperienza vinicola, questa volta decidiamo di partire subito dopo la colazione alla volta di Località Montanelli, nella zona di Palaia, per provare i vini di Villa Saletta. La colazione è da sempre per me il momento dedicato al dolce e scelgo quindi la pasticceria La Petite per accompagnare il caffè con alcune prelibatezze preparate nel laboratorio di produzione artigianale. Avendo a breve distanza il Lungarno Mediceo, decidiamo di ammirare questa parte della città prima di dirigerci verso la cantina.
Una quarantina di minuti sulla Firenze-Pisa-Livorno ci consentono di giungere Villa Saletta, di proprietà della famiglia inglese Hands, attiva nel mondo della finanza e dell’hotellerie di lusso. Oltre 1.400 ettari tra boschi, ulivi, vigne, coltivazioni, uno storico borgo trecentesco da cui prende il nome l’azienda, il piccolo borgo antico San Gervasio, antichi casolari, ville per l’ospitalità e numerosi edifici rurali rappresentano l’incredibile patrimonio storico, architettonico e naturalistico di Villa Saletta. Siamo nella splendida e incontaminata campagna collinare di Palaia, e la tenuta è amministrata dal 2015 dall’agronomo ed enologo David Landini, toscano di origini, che si occupa anche della direzione tecnica delle varie produzioni, tra cui in primis il vino, poi olio, grani, erbe, frutta e ortaggi. Nella cantina, al momento provvisoria in attesa della costruzione del nuovo edificio, le uve raccolte nella proprietà, attualmente 50 ettari vitati di cui 18 a regime, vengono vinificate per dare vita a vini di carattere, in cui eleganza e stile sono imprescindibili denominatori. Accade con lo Spumante Rosato Metodo Classico 2018, dal vigneto Santa Margherita, 100% Sangiovese, di grande piacevolezza e freschezza, e naturalmente con il 980AD 2016, il cru aziendale 100% cabernet franc, prodotto al momento solo in magnum, che restituisce all’assaggio tutta l’eleganza e la forza del territorio
Con gli occhi pieni di bellezza per il paesaggio e soddisfatti dai vini, torniamo in città per l’attesa pausa pranzo: dopo aver letto tanti articoli su Erbaluigia, l’osteria contemporanea situata nel centro di Pisa, quasi di fronte alla millenaria chiesa di San Frediano, abbiamo finalmente la possibilità di provare i piatti della chef Tatiana Porciani. La sua cucina racconta il territorio grazie al connubio tra rispetto della tradizione e lettura personale della modernità: carne e quinto quarto sono i protagonisti di un menu in cui trovano spazio anche alcune proposte vegetariane. Dopo l’inizio con l’immancabile Cecina, optiamo per lo Spaghetto Mancini con fegato di rana pescatrice, salsa di riccio di mare e finocchietto selvatico e per il Tortello Stordellato, deliziosa pasta fresca fatta in casa con ricotta di bufala e ragù di vitello, piatto estremamente goloso. L’assaggio di (ottima) carne alla brace e la chiusura con le Polpette di lenticchie rendono davvero appagante il nostro pranzo e la vicinanza con la Chiesa di San Frediano ci convince a partire proprio da lei per procedere alla scoperta del centro storico di Pisa. Dal 1999 chiesa universitaria della città, è caratterizzata dalla facciata a salienti, che ha le decorazioni tipiche dell’architettura pisana dell’epoca introdotte da Buscheto sulle fiancate della cattedrale di Pisa. Un luogo di grande suggestione non lontano dalla tappa successiva, l’Orto e Museo Botanico.
Fondato nel 1543 dal naturalista, medico e botanico Luca Ghini, si tratta del primo orto botanico universitario del mondo. Costruito originariamente sulle rive del fiume Arno, fu trasferito nell’attuale sede nel 1591 e poi ampliato progressivamente fino all’attuale estensione di circa due ettari, ed ospita piante dei cinque continenti. Il Museo invece ospita oggetti legati all’insegnamento della botanica universitaria dalla fine del Settecento. Una meraviglia a cielo aperto la cui visita ci porta all’ultimo appuntamento di giornata, quello con Piazza dei Miracoli, che tutti conoscono per la Torre pendente, ma che ospita anche altri edifici di interesse storico-artistico a cui deve il suo nome: il Battistero, il Duomo ed il Camposanto (a rappresentare il ciclo della vita – nascita, vita, morte). Una tappa obbligata che consente d’ammirare il fascino rappresentato dalla pendenza dovuta a un cedimento del terreno sottostante verificatosi già nelle prime fasi della costruzione. Un caso unico al mondo che da rischio si è trasformato in opportunità per la torre e per la città, consolidando l’attuale valore di un luogo da sempre protagonista della storia del nostro paese.
Luca Sessa
Classe 1975, napoletano di nascita, romano d’adozione. Laureato in statistica, giornalista, presentatore e critico enogastronomico, collabora con varie testate nazionali e con alcune guide di riferimento del panorama nazionale.