AR Lenoble, l’arte e l’essenza della riserva perpetua - Milano Wine Week 2022

AR Lenoble, l’arte e l’essenza della riserva perpetua

di Giovanna Romeo

L’incessante ricerca e l’attenzione per lo sviluppo sostenibile creano un’esperienza che si chiama AR Lenoble “mag”

AR Lenoble è una interessante maison in Champagne rimasta da sempre a gestione familiare. Anne e Antoine Malassagne, fratello e sorella (la quarta generazione), bisnipoti del nonno fondatore Armand-Raphaël Graser, alla guida di una realtà priva dei lacciuoli di una redditività immediata, hanno un solo obiettivo: la qualità, la pulizia, la freschezza di champagne che abbiano un loro precisa identità. Un aspetto che inevitabilmente riconduce a un saper fare di artigianalità, a un senso conforme dell’impegno verso la natura, alla sostenibilità ambientale, alla produzione di un’eccellenza che, vendemmia dopo vendemmia, sta rivoluzionando le abitudini della degustazione, componendo nuove armonie, superando i gusti predefiniti.

Dal loro arrivo in AR Lenoble nel 1990, Anne e Antoine Malassagne oltre ad adottare un approccio parcellare nei vigneti, qualcosa che all’epoca era abbastanza unico per lo Champagne, decidono di conservare i vini di riserva in fusti di 225 litri utilizzando il principio della riserva perpetua, un processo mai interrotto da allora. Qualche anno più tardi acquistano botti di 5000 litri per permettere ai vini addirittura un invecchiamento più lento.

Diciotto ettari di vigneti – situati prevalentemente a Chouilly, villaggio classificato Grand Cru per lo Chardonnay, a Bisseuil, villaggio classificato Premier Cru per il Pinot Noir, e a Damery, villaggio della Valle della Marna -, la certificazione “Haute Valeur Environnementale”, ovvero di Alto Valore Ambientale, riconoscimento dell’impegno per uno sviluppo sostenibile che guardi al valore della biodiversità al quale hanno affiancato la riduzione significativa delle rese, oggi molto inferiori alla media della Champagne, sono solo alcuni degli aspetti per un produzione qualitativamente alta, di uve sane, mature e complesse.

Se l’assemblaggio rimane il prestigio dei vini di Champagne, mentre la produzione di cuvées provenienti da parcelle selezionate permette di rivelare le qualità uniche di certi vigneti, per AR Lenoble la firma è sinonimo di riserva perpetua. Dopo il mosto fiore di prima spremitura, la sfida è quella dell’affinamento. La produzione è limitata, il dosaggio non supera mai i 5 gr/l di zuccheri, la conservazione dei vini di riserva che rappresentano l’equivalente di un anno di produzione, avviene secondo il principio della riserva perpetua. Così, ogni anno, una parte del vendemmiato viene utilizzata per rinfrescare proprio quella riserva, dal 2010 conservata in gran parte in formato magnum sotto sughero naturale, per un minimo di 4 anni.

Sebbene l’implementazione di un tale processo sia davvero lunga e costosa, AR Lenoble lo considera una parte naturale del lavoro di vinificazione, svolto alla ricerca costante della perfezione. Dettagli per un’emancipazione che si misura in armonia, complessità, ricchezza aromatica, elementi per quel legame unico, quasi sacro, che solo una perfetta creazione umana può raggiungere. Nel 2011 questa pratica è stata rinnovata per aumentare il volume disponibile.

I pilastri di questo immenso lavoro, il libero pensiero di AR Lenoble nell’immaginare un vino ancora più entusiasmante, portano in commercio AR Lenoble “mag”, testimonianza della nuova generazione di champagne, vini che aumentati in complessità aromatica, pur conservando acidità, freschezza, intensità. Una scelta ancora più rilevante nel contesto del cambiamento climatico. 

Champagne AR Lenoble Intense mag 18, AR Lenoble Rosé Terroir mag 15, AR Lenoble Blanc de Noir Premier Cru mìllesìme 2013 sono solo alcune delle espressioni che ripercorrono l’eco antico in un percorso di continuo rinnovamento.

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