Profuma di rosa, ciliegia e spezie: tutto esaurito tra degustazioni alla cieca, sperimentazioni e banchi d’assaggio, l’evento ha confermato il fascino crescente della DOCG piemontese
di Claudia Pescarolo
Lunedì 31 Marzo 2025, proprio ai piedi della Mole Antonelliana, si è tenuto l’evento di lancio dell’annata 2024 del Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG, organizzato dal Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato, in collaborazione con GoWine. L’affluenza di addetti ai lavori e appassionati è stata molto significativa, forse anche grazie alla curiosità legata alla storia di questa piccola DOCG piemontese.
“Anteprima Ruchè è nata per raccontare il valore di questa denominazione attraverso la voce dei suoi produttori e i risultati ci confermano che la strada intrapresa è quella giusta. L’edizione 2025 è stata un successo in termini di partecipazione e qualità percepita, ma soprattutto ha ribadito la forza e la coerenza di un progetto condiviso. Il Consorzio, anche attraverso questi eventi, si fa portavoce di un territorio ricco di sfumature ed eccellenze, perseguendo il fine di tutelare, promuovere e comunicare le denominazioni”, ha affermato Vitaliano Maccario, presidente del Consorzio Barbera d’Asti e Vini del Monferrato.
Due le fasce orarie della manifestazione: la prima (15-18), dedicata a stampa e Ho.Re.Ca., ha avuto come protagonista il nuovo Ruchè in incognito, ovvero la blind tasting di 12 bottiglie di aziende diverse dell’annata 2024. Al termine della degustazione, giornalisti e professionisti del settore hanno potuto confrontarsi con i produttori presenti ai banchi d’assaggio, che, a partire dalle 18 hanno accolto anche gli enoappassionati. L’evento ha fatto registrare il sold out dei posti disponibili.

Alto il livello qualitativo medio dei vini presentati in anteprima, molti dei quali campioni da botte o appena imbottigliati, che testimonia l’ottimo lavoro svolto dai viticoltori nel corso di un anno, il 2024, particolarmente complesso.
Buona la tipicità degli assaggi, che hanno regalato gli aromi tipici dell’esuberante bouquet del Ruchè: caratteristiche le note di rosa e spezie, così come i sentori di frutti di bosco e marasche, con un piacevole finale balsamico.
Non sono mancate le innovazioni, a cui qualche produttore ha voluto fare ricorso per stare al passo con i tempi: fra le bottiglie coperte, infatti, spuntavano alcuni tappi a vite, scelta di un’azienda in particolare, che, utilizzandoli per la prima volta, ha voluto rompere gli schemi all’interno della piccola denominazione.
Presente alla manifestazione anche il Consorzio per la tutela del formaggio Roccaverano DOP, un’eccellenza gastronomica dell’Astigiano. Questo formaggio a pasta molle è prodotto esclusivamente a partire da latte di capra intero e crudo. Per l’occasione sono state presentate due versioni: la prima, freschissima, con una maturazione di sette giorni e l’altra affinata per 14.

Il successo dell’evento ha certamente ripagato gli organizzatori e soprattutto i produttori per la determinazione con cui si impegnano a far conoscere il vitigno astigiano e la sua storia: a tal proposito, il 17-18 maggio è prevista la Festa del Ruchè, presso Tenuta La Mercantile, a Castagnole Monferrato.
La denominazione
Circa 220 ettari vitati e un milione di bottiglie commercializzate ogni anno sono i numeri che descrivono il Ruchè di Castagnole Monferrato DOCG.
Secondo il disciplinare, la produzione è consentita in soli sette comuni in provincia di Asti (Castagnole Monferrato, Grana, Montemagno, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo, Viarigi) e nel vino la percentuale della varietà autoctona Ruchè non può essere inferiore al 90%. Per il restante 10% sono ammesse altre due uve molto diffuse nella zona, Barbera e Brachetto.
La storia del Ruchè inizia nel 1964, quando Don Giacomo Cauda, parroco di Castagnole Monferrato, pianta un piccolo vigneto accanto alla chiesa del paese. Considerato il padre di questo vitigno, Don Giacomo, infatti, è stato il primo a rendersi conto delle grandi potenzialità della varietà astigiana e a volerla vinificare in purezza.
Da quel momento il Ruchè ha incontrato pareri sempre più favorevoli e ha destato molta curiosità, fino ad arrivare a essere oggi una perla della viticoltura piemontese, apprezzata e richiesta anche all’estero.
La piccola vigna accanto alla chiesa di Castagnole Monferrato è ancora in produzione, le sue uve vengono vinificate singolarmente e regalano uno dei Ruchè più noti e amati dell’intera denominazione.

Claudia Pescaloro
Metà piemontese e metà veneta, nelle sue vene non può che scorrere vino. Formazione scientifica, animo classico e profonda curiosità sono gli ingredienti che le danno sapore. Dopo una laurea in medicina veterinaria, un diploma di sommelier e un master in comunicazione, ha deciso di dedicarsi alla sua missione: raccontare storie di vino, di persone, di passione e di grande bellezza.